Savona, medico dell’Ospedale San Paolo esercita anche attività privata: denunciata per truffa

di Alessandro Bacci

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La donna svolgeva "un'attività professionale intramoenia" ma aveva aperto anche una partita IVA percependo indebitamente 88 mila euro

Savona, medico dell’Ospedale San Paolo esercita anche attività privata: denunciata per truffa

I militari del Comando Provinciale di Savona hanno denunciato un medico, in servizio presso il Reparto di Ginecologia ed Ostetricia dell’Ospedale S. Paolo di Savona a partire dall’agosto 2000, per truffa ai danni di Ente pubblico. La donna, italiana, 56enne, residente a Savona, aveva chiesto all’Amministrazione di appartenenza di poter svolgere attività professionale intramoenia, beneficiando di una specifica indennità prevista per i dipendenti che operavano in regime di “esclusività”. Infatti, il rapporto di lavoro esclusivo dei dirigenti sanitari comporta la totale disponibilità nello svolgimento delle funzioni dirigenziali attribuite dall’azienda, con impegno orario contrattualmente definito. Diversamente da quanto dichiarato, la ginecologa aveva continuato, per ben quattro anni (dal 2016 al 2020), anche ad esercitare la sua attività professionale di ginecologa presso un noto studio privato del capoluogo, aprendo una partita IVA, quindi incompatibile con l’indennità percepita. Il medico in questione, consapevolmente, ha continuato a svolgere attività privatistica.

Decisivi sono stati gli accertamenti svolti presso lo studio medico privato ove esercitava la professionista e l’esame della documentazione acquisita presso l’ASL 2, che ha fornito ampia collaborazione ai Finanzieri. Al termine delle indagini, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Savona ha quantificato in oltre 88 mila euro l’ammontare complessivo delle indennità indebitamente percepite dal medico. Oltre alla denuncia penale, per cui la Procura della Repubblica di Savona ha già emesso un avviso di conclusione delle indagini preliminari, le Fiamme Gialle interesseranno anche la Procura Regionale presso la Corte dei Conti di Genova, per il recupero del danno erariale causato all’Ente pubblico da cui dipende il medico, cui si aggiungerà il danno d’immagine derivante dall’incresciosa vicenda.