Regionali 2020, la proposta di legge elettorale che blinderebbe la vittoria di Toti

di Fabio Canessa

2 min, 37 sec

Costa vuole eliminare i collegi provinciali: così Forza Italia sarebbe ancora più debole

Regionali 2020, la proposta di legge elettorale che blinderebbe la vittoria di Toti
Dopo l'addio di Toti a Forza Italia, in Liguria si comincia a fare la conta: chi aderirà al nuovo soggetto politico del governatore, chi resterà fedele a Berlusconi. Nel frattempo uno dei nodi che il consiglio regionale dovrà affrontare dopo la pausa estiva è la nuova legge elettorale. E c'è una proposta, quella del consigliere Andrea Costa di Liguria Popolare, che potrebbe sparigliare le carte in caso di centrodestra diviso alle prossime elezioni. Abolizione del listino bloccato, tripla preferenza di genere, ma soprattutto il collegio unico regionale. "La Liguria è una regione sostanzialmente piccola, con un corpo elettorale altrettanto piccolo ed è ragionevole pensare che possa essere riconsiderata in un unico collegio", dice Costa. Secondo il consigliere "questa formula consente una maggiore libertà, perché permette di mettere in campo le risorse migliori, cosa che non sarebbe possibile, anche per il rispetto delle cosiddette 'quote rosa', nella frammentazione delle liste provinciali". Sembra un inutile tecnicismo, ma non lo è. Eliminare i collegi provinciali significa, in buona sostanza, annullare il peso specifico delle singole province nell'assegnazione dei seggi. E quindi indebolire le liste che basano la propria forza sulle 'roccaforti' locali anziché sul consenso 'spalmato' a livello regionale. Il sistema prevede, inoltre, che ogni partito o coalizione presenti una lista regionale di trenta candidati che, a seconda della percentuale di voti ottenuti, entra in Consiglio: la lista più votata ottiene 15 seggi più quello del presidente. Costa non esclude una sorta di premio di maggioranza: se la lista vincente supera il 40% dei consensi, otterrà 18 seggi. All'indomani del divorzio Toti-Berlusconi, lo scenario più probabile per il 2020 è quello di una coalizione di centrodestra a sostegno di Giovanni Toti che includa Lega, Fratelli d'Italia, Liguria Popolare, gli 'arancioni' reclutati dal governatore ed eventuali liste civiche. Resta da capire quale sarà la scelta di Forza Italia: correre in solitaria per fare un dispetto al 'traditore' o ingoiare il rospo e aggregarsi al gruppo maggioritario? Se rimarrà l'attuale sistema dei collegi provinciali, una Forza Italia avversaria di Toti potrebbe creare molti danni. E dare indirettamente una speranza al centrosinistra. È noto, ad esempio, che a Ponente il partito è nelle mani di Claudio Scajola, che facendosi eleggere sindaco di Imperia ha dimostrato di avere ancora un ampio consenso. Situazione simile a Savona e pure nel Tigullio (che però è compreso nel collegio di Genova), dove padre&figlio Bagnasco sono fedeli a Berlusconi. La proposta di Liguria Popolare (che a livello nazionale fa riferimento a Maurizio Lupi, già comparso a Genova per annunciare il sostegno a Toti) sembra insomma lo strumento ideale per eliminare sul nascere i rischi numerici della scissione. Probabile, dunque, che gli altri partiti della maggioranza la facciano loro. Gli altri punti della riforma firmata Costa sono l'abolizione del listino (su questo punto in consiglio sono davvero tutti d'accordo) e le tre preferenze per la parità di genere. "Rispetto alle due preferenze – riprende Costa - questa opzione garantisce davvero le possibilità di scelta dell’elettore che, altrimenti, sarebbe vincolato a due soli nomi. Del resto la nostra proposta è già sperimentata, con successo, anche nella formazione del Parlamento Europeo". Su questo argomento, invece, manca la convergenza con gli alleati. Ma non sarà un grande problema. Fabio Canessa