Profiti guiderà la sanità: "Il modello Liguria un'opportunità che mi ha affascinato"

di Alessandro Bacci

Il manager a capo della struttura di missione: "Sanità più pubblica o privata? Un welfare più moderno, alla Bevedridge piuttosto che di stampo sovietico"

Sarà l'ex presidente della Fondazione Bambino Gesù Giuseppe Profiti a "guidare la ripartenza della sanità ligure post covid e la programmazione di lungo periodo dell'edilizia sanitaria in Regione". Lo ha detto il governatore ligure Giovanni Toti al termine della prima riunione della struttura di missione a supporto del sistema sanitario regionale per il prossimo triennio, di cui Profiti sarà coordinatore.

"Entro metà giugno la sanità ligure uscirà dal commissariamento: - spiega Toti - Alisa avrà una nuova governance, un direttore generale e sarà affiancata da una struttura di missione, un organismo nuovo di coordinamento del mondo sanitario regionale, che metterà insieme una serie di dipartimenti. La struttura di missione diventerà la vera cabina di regia della sanità ligure con tre obiettivi: - continua Toti - la ripartenza post covid abbattendo le liste d'attesa, la revisione del piano socio sanitario, che porteremo in Consiglio regionale prima della pausa estiva e la programmazione di lungo periodo dell'edilizia sanitaria regionale e tutto quanto riguarda il Recovery Plan".

"Il modello Liguria è un'opportunità che mi ha affascinato nel panorama delle amministrazioni pubbliche italiane non esiste una struttura di missione simile, sarà una struttura snella, un unicum, capace di coordinare bilancio, sanità e acquisti. Il mio obiettivo è sfruttare le risorse aggiuntive offerte dal Recovery Plan che stanno arrivando in Italia". Lo ha detto Giuseppe Profiti, ex presidente della Fondazione Bambino Gesù e manager chiamato alla guida della struttura di missione che gestirà la fase post covid in Liguria, spiegando la necessità "di rispondere sempre meglio ai bisogni di una popolazione, che come quella ligure sempre più anziana, ha consumi sanitari diversificati ed è un laboratorio di ciò che sarà l'Italia nel 2050".

Ma con profiti sarà una sanità più pubblica o più privata? “La condivisione col presidente è stata totale: un modello che analizza la distribuzione tra pubblico e privato non dal punto di vista dei fattori produttivi, un concetto errato e vecchio, ma dal punto di vista del consumatore: è pubblico il servizio al quale posso accedere senza nessuna barriera di costo o di tempo. Questa è la stella polare guida, un welfare più moderno, alla Bevedridge piuttosto che di stampo sovietico. Non necessariamente è pubblico ciò che è prodotto con fattori pubblici se non posso accedere in tempi rapidi e senza costo. Le future programmazioni andranno lette con questa accezione tra pubblico e privato”.

“Contiamo molto sui provvedimenti di semplificazione del modello Draghi, sul modello Genova - prosegue Profiti - applicandolo a questo ulteriore modello ligure, per rendere il più possibile efficiente la spesa di questi fondi. A fronte di una grande disponibilità di risorse per investimento ciò che sarà chiesto sarà un maggior tasso di efficienza e di produttività, ovvero la capacità di avere un sistema che riesca a produrre i più alti volumi di prestazioni”.

Perchè la scelta di Profiti? Toti è sicuro: “È una delle professionalità migliori che abbiamo in questa regione. Ha già svolto molti ruoli in Regione, in sanità, ne ha una conoscenza profonda dal punto di vista economico, tecnico, funzionale e clinico. È stato fondatore dell’Ircss monospecialistico più importante d’Italia, il Bambin Gesù, che ha gestito per molto tempo e anche in concorrenza con il nostro Gaslini. Oggi riportarlo al centro della sanità ligure come coordinatore, programmatore, esperto credo sia un arricchimento per il nostro sistema sanitario.