Porto di Venezia, a sbrogliare la matassa potrebbe essere la Procura

di Marco Innocenti

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Domani nuovo comitato di gestione ma i rappresentanti di regione e città metropolitana hanno già annunciato che non ci saranno

Porto di Venezia, a sbrogliare la matassa potrebbe essere la Procura

Alla fine, a dover tagliare il nodo gordiano che tiene intrecciato il porto di Venezia potrebbe essere la Procura. Lo strappo, maturato in comitato di gestione fra il presidente dell'Autorità Portuale Pino Musolino e i due rappresentanti di Regione Veneto Maria Rosaria Anna Campitelli e città metropolitana di Venezia Fabrizio Giri sui 9 milioni destinati alla società che gestisce il terminal tragheti di Fusina, non sembra trovare uno sbocco.

Campitelli e Giri hanno anche già presentato un esposto alla Procura della repubblica: "Intendiamo continuare a rimanere estranei a una decisione che resta nella coscienza e volontà del Presidente - hanno scritto - La gestione complessiva della vicenda (ha) condotto ad un oggettivo e certo esborso finanziario da parte del pubblico bilancio dell' Adspmas, ad un allungamento di dieci anni della concessione a favore della società del gruppo Mantovani, nonché ad una modifica del compendio immobiliare da realizzare. Nonostante il rilievo economico e amministrativo della questione, riteniamo che il Presidente non abbia garantito tempestive e complete informazioni e documentazione su elementi essenziali di una decisione di competenza del Comitato di Gestione e che, in definitiva, ha visto soltanto il voto favorevole del Presidente".

Musolino aveva provveduto a convocare un nuovo comitato di gestione, al quale i rappresentanti dei due enti hanno già annunciato di non voler prendere parte. Il 30 giugno, data ultima per l'approvazione del bilancio 2019, si avvicina e l'ipotesi di non arrivare alla fine ad un voto favorevole si fa sempre più concreta. E cosa succederebbe a quel punto? La palla passerebbe direttamente al ministero ma indiscrezioni che filtrano da Roma fanno pensare che non ci sia nessuna intenzione di procedere ad un altro commissariamento, dopo quello di poche settimane fa nel porto di Trieste.