Ponte Morandi, lavori in ritardo di due settimane "ma possiamo recuperare"

di Fabio Canessa

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Demolizione del moncone est: con l'esplosione saranno interessate almeno 954 famiglie

Ponte Morandi, lavori in ritardo di due settimane "ma possiamo recuperare"
Sono stati accumulati circa 15 giorni giorni di ritardo nella demolizione di ponte Morandi, secondo la struttura commissariale e l'ati dei demolitori, ma i lavori sono destinati a subire un'accelerazione poiché, dopo le rassicuranti rilevazioni in materia di amianto sulle demolizioni già effettuate, le modalità di smontaggio saranno più snelle. Lo hanno spiegato durante una commissione consiliare a Tursi Roberto Tedeschi, direttore della struttura commissariale, e Alberto Iacomussi, di Ipe progetti, in rappresentanza dell'ati dei demolitori. "Non abbiamo più necessità di raccogliere l'acqua che viene utilizzata in quota per evitare la dispersione delle polveri - dichiara Tedeschi - perché sull'acqua già analizzata le fibre di amianto rilevate sono state pari allo zero". Non a caso, se per la pila 5, la prima del moncone ovest a essere smontata, sono stati necessari circa 40 giorni, "per la pila 4, che a breve sarà rasa al suolo, sono bastati 15 giorni - continua Iacomussi - molti meno rispetto al nostro programma che ne stimava 28 per ogni pila". Le spiegazioni sono arrivate come risposte alle domande dei consiglieri comunali e degli auditi, tra cui esponenti dei comitati e consiglieri municipali. Ad Alessandro Terrile, Pd, che a provato a elencare i ritardi sul fronte della demolizione rispetto al cronoprogramma allegato al contratto unico tra struttura e aziende, Tedeschi ha risposto che al momento non ne esiste uno aggiornato ma che restano valide le scadenze generali, come la consegna del ponte ad aprile 2020. Ancora non ufficiale la decisione di procedere con l'esplosivo per le pile 10 e 11, quelle strallate, ma si stanno già valutando alcuni passaggi. Durante la commissione, in particolare, si è chiarito che verranno adottate speciali misure per contenere l'effetto della deflagrazione sulla vicina elicoidale di collegamento al casello autostradale. "L'impalcato tra la pila e la struttura sarà tagliato per evitare la propagazione dell'urto", ha spiegato il tecnico di Ipe Progetti. Inoltre è emerso come i nuclei interessati da un'eventuale evacuazione o interdizione dall'area, durante l'operazione di demolizione con dinamite, saranno almeno 954, una cifra che corrisponde a quella degli interferiti dal cantiere, ma il direttore della struttura commissariale ha detto che il numero potrebbe salire con il piano definitivo. Giovedì la commissione comunale sarà in sopralluogo nell'area di cantiere. L'accesso, per ragioni di sicurezza, sarà consentito ai soli consiglieri e al massimo a una persona esterna per ogni gruppo.