Ponente ligure a rischio blackout da traffico, primi sì al nuovo bypass

di Edoardo Cozza

Dovrebbe collegare l'area con la zona di Alessandria: il progetto presentato in Provincia a Savona. E tutti sembrano d'accordo

Sembra concretizzarsi sempre più il progetto del bypass autostradale fra Albenga, Savona e l’alessandrino, che, con la crisi dell’intera rete autostradale ligure e con l’imminente entrata in servizio a pieno regime del terminal container di Savona-Vado, pronto a riversare sull’autostrada Genova-Ventimiglia, nonché sulla Savona-Torino e sulla Voltri-Gravellona dai 2000 ai 2500 mezzi pesanti al giorno. Il che si traduce in una sola prospettiva: collasso e blocco totale nei traffici di merce dai porti di Savona e Genova verso l’hinterland industriale del Nord Ovest, ma anche blocco dei flussi turistici per tutta la Riviera di Ponente e danni incalcolabili alla Val Bormida.

A lanciare il guanto di sfida, accendendo i riflettori su quella che minaccia di diventare una vera e propria emergenza nazionale (attraverso i porti liguri transita più del 35% dell’interscambio internazionale del Paese), è stato il Presidente della Provincia di Savona, Pierangelo Olivieri, che ha agito come catalizzatore di interessi che vanno dall’autotrasporto (rappresentato da Trasportounito, presieduto da Franco Pensiero), agli operatori del comparto turistico, al mondo della logistica e a una cinquantina di Sindaci direttamente coinvolti in questa emergenza.

I numeri si prestano a ben poche interpretazioni: già oggi la Genova-Ventimiglia, sotto osservazione ulteriore per i lavori di manutenzione in atto, ha superato il livello di guardia del congestionamento. Idem per i nodi di interconnessione con la Savona-Torino e con la Voltri-Gravellona Toce. Con i 2000 mezzi pesanti che ogni giorno graviteranno sul nuovo terminal e con la crescita prevista anche del Terminal di Voltri su una rete che per i prossimi dieci anni subirà disagi, code e ingorghi derivanti da lavori di manutenzione posposti per anni, il nuovo bypass si presenta come l’unica alternativa percorribile per scongiurare il blackout.

Ora l'obiettivo è creare un fronte comune compatto per la soluzione di un problema che è solo parzialmente ligure, ma che riguarda in prima battuta le Regioni Piemonte e Lombardia, l’intero Nord-Ovest italiano (da qui transita il 50% dell’export nazionale), un mercato turistico primario (50milioni di presenze nelle sole provincie di Savona e Imperia) e persino la mobilità dell’Unione Europea (il 30% dei camion in transito sono francesi, spagnoli o portoghesi). Poi trovare i soldi eventualmente anche dirottandoli da altre opere che possono rientrare nel PNRR o agendo anche sulla leva dei pedaggi per coprire una quota consistente del costo e per avere l’opera conclusa entro il 2026. Queste le chiavi di lettura che  a Savona hanno tolto forse definitivamente dal cassetto dei sogni il progetto della nuova autostrada (o bypass autostradale) del Ponente ligure. 

Raffaella Paita, presidente della Commissione Trasporti della Camera, ha sottolineato: “Quello del bypass autostradale tra ponente ligure e Alessandrino è un progetto importante per una Regione – ha affermato Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria - che ha un deficit di infrastrutture. Un problema che va avanti da anni e a cui stiamo cercando di porre rimedio. Sarebbe un progetto strategico per la Liguria, per l’aumento dei traffici, per l’espansione della nostra economia, per la piena operatività del porto di Vado e per lo sviluppo turistico del nostro Ponente. La Regione c'è, io sono un'infrastrutturista convinto. Vale la pena combattere per un progetto così ambizioso, anche perché diventerebbe una parallela alla nostra autostrada litoranea e la Liguria ne ha bisogno”.

“Per la prima volta dopo decenni, forse anche a causa dell’emergenza infrastrutturale in atto nel nord ovest – ha evidenziato Edoardo Rixi, membro della Commissione Trasporti della Camera – il progetto raccoglie il sostegno degli interi territori interessati. Ora si pone la necessità di far comprendere a livello nazionale che non si tratta di una rivendicazione locale, bensì di un’opera strategica a livello nazionale ed europeo.”

Ha concluso i lavori il presidente della Provincia di Savona, Pierangelo Olivieri, che ha parlato con soddisfazione di “una ripartenza, resa possibile da un territorio unito sia nella parte pubblica che nella parte privata. Ci siamo già accordati – ha affermato - per un seguito tecnico che vuole portare all'apertura di un tavolo combinato dalle Province sul territorio, con l'indispensabile supporto delle Regioni che è stato dichiarato in questa occasione”.