"Piano Solo & Talks", il jazz introspettivo e vitale di Dado Moroni a Nervi

di Giulia Cassini

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Tanti appassionati a Villa Pagoda per il percorso nella storia del jazz

Contesto da sogno e programma impeccabilmente jazz per l'evento del 15 novembre a Villa Pagoda a Nervi, con il pianista genovese dalla fama internazionalmente riconosciuta Dado Moroni. Una cornice esclusiva, in via Capolungo 15, per una musica multigenerazionale che è di tutti, "Perché il jazz è inclusivo", ribadisce fin da subito il musicista con un vitalismo e un'introspezione che riescono a coesistere in un pugno di minuti.

Grande presenza, Moroni è noto fin dall'età di 14 anni, arrivando poi a suonare in tutta Italia con  Franco Cerri, Tullio De Piscopo, Luciano Milanese, Gianni Basso, Sergio Fanni e Massimo Urbani. Ora sorride pensando ai chilometri e ai tanti voli presi, ai concerti più prestigiosi, ma resta con i piedi ben ancorati a terra (o al pedale del pianoforte) e rispolvera i ricordi da bambino. "Sono partito da qui, da quei due occhi che cercavano degli amici e non li trovavano - ha spiegato il musicista- la mia è sempre stata una vita di spostamenti, ho colmato la mia sete di conoscenza con i grandi del jazz, con le esibizioni, con i dischi che mi concedevo. Questo concerto parte proprio dai brani ascoltati negli anni Sessanta che mi hanno attirato sempre di più, con maggiore consapevolezza". Il concerto non è stato a programma, non si è smentito: "Resto sulle sensazioni del momento, niente è prestabilito".

Il jazzman genovese è molto ancorato a Genova, ma anche a tutta la Liguria, tra i cassetti dei ricordi non poteva evitare di citare il lavoro “Kind of Bill” dedicato a Bill Evans e registrato  al Casinò di Sanremo dove sono passati tutti i più grandi, Duke Ellington, Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan, Lionel Hampton, Count Basie, Modern Jazz Quartet, Gerry Mulligan, Chet Baker,  Ornette Coleman, solo per citarne alcuni.  "Mi vengono in mente  Dexter Gordon, Dizzy Gillespie, Johnny Griffin - aggiunge Dado Moroni - trovarmi al Casinò è stato impagabile.  C'era il pianoforte superlativo, il palco legato a quelle immagini, i compagni giusti, come Eddie Gomez, Joe La Barbera,  per cui mi sentivo su una nuvola, spero di aver trasferito queste sensazioni nella registrazione".

In sala anche diversi giovani pianisti del Conservatorio Paganini di Genova: "Non potevamo perdere il concerto, a febbraio suonerà in Israele, è una vera e propria leggenda. Poi è generoso, condivide, del resto è un docente ad Alessandria e a Losanna". 

"Piano solo & talks" ha saputo in definitiva emozionare e riportare alla luce diverse correnti musicali.

"Prima del concerto mi hanno domandato cosa ne penso del jazz nordico ed europeo - ha spiegato Dado Moroni - e chi lo ha veicolato dall'America. Per curiosità in passato sono andato a cercare il jazz dei primi anni Sessanta che si suonava in Scandinavia ed era molto legato alla cultura afroamericana, credo che l'estetica nordica ne senta notevolmente gli influssi. Tra i tanti pensiamo a Keith Jarrett,  anche alle sue influenze dalla musica gospel, pop, country, alle ballate 'alla cowboy'. Jarrett Inserisce tutte queste cose nel suo linguaggio: questa miscela ha influenzato anche il background classico dei suoi studi in un codice espressivo che è diventato parte integrante della scena scandinava. Poi chiaramente ci sono dei musicisti che hanno una grandissima creatività e adoperano melodie bellissime che raccontano di fiordi, di foreste, perché il jazz non è respingente, bensì accogliente".


Prossimo evento a Villa Pagoda del filone Musica il 22 novembre con l'avanguardia del jazz contemporaneo nel segno dell'autentica tradizione americana del Barry Finnerty Quartet. Informazioni e prenotazioni al numero 010323200.