Non regge il ragionamento dei "no vax"

di Paolo Lingua

3 min, 13 sec
Non regge il ragionamento dei "no vax"

I media hanno diffuso la notizia della sospensione dallo stipendio o del trasferimento ad altre mansioni di 54 addetti sanitari dell’ospedale di San Martino, tra i quali due medici. Finalmente si passa a decisioni energiche e drastiche, tanto è vero che, sempre nel caso del maggior ospedale della Liguria, già dieci dei sospesi hanno annunciato la loro volontà di vaccinarsi. Ormai è chiaro, a tutti i livelli, che solo la vaccinazione di massa è il vero argine alla diffusione dei contagi. Il vaccino, di qualunque produzione, offre una garanzia alla persona vicina al 90% e comunque , anche nel caso limite di infezione,  gli effetti sul soggetto colpito sono molto leggeri e blandi e, quasi sempre, evitano il ricovero.  Nella rete dei vaccinati è sempre più stretto e difficoltoso  il percorso della pandemia. E’ questa quella che, come obiettivo finale, diventa la “immunità di gregge”.  

Ed è l’unica vera strada per ridimensionare il fenomeno delle “ondate” di ripresa della pandemia, come si sta dimostrando ampiamente, tanto è vero che è in corso una riflessione a livello scientifico se puntare a una terza dose di vaccino, soprattutto per immunizzare le fasce d’età più elevata e i soggetti più fragili. Ma potrebbe darsi anche che la cosiddetta “terza dose” possa poi essere assimilata alla vaccinazione annua, come avviene ormai per tanti tipi di affezioni come le influenze.  Inutile illudersi: si è costretti ad agire per gradi e sulla base della sperimentazione. Ma, tornando al caso “no vax” e , di conseguenza, a tutte le obiezioni che si pongono sull’uso dei vaccini e quindi del green pass per accedere in azienda, negli uffici pubblici, a scuola e così via , tutte le obiezioni e le eccezioni cavillose stanno poco in piedi. Nessun vaccino, come del resto nessun farmaco offre immunità assolute, ma quando la percentuale positiva è già sul 90%, questo significa che siamo di fronte a una percentuale altissima, anche perché il vaccino comunque implica, nel coso di infezione, una forma molto blanda dell’infezione, quasi sempre escludendo il ricovero.

D’altro canto, le statistiche di queste settimane confermano che i colpiti da covid sono oltre il 90% di non vaccinati. Il che  rafforza la tesi secondo la quale è assurdo  che il personale sanitario che deve venire a contatto con i colpiti da Covid o comunque da altre affezioni possa essere non vaccinato. E a dimostrazioni di questo assunto, si constata che già un forte tranche di personale trasferito o sospeso stia facendo una precipitosa marcia indietro chiedendo di sottoporsi al vaccino. E, in effetti, si constata che anche le manifestazioni di piazza che puntano a riprendere in questi giorni hanno un seguito sempre più ridotto, con la partecipazione di gruppuscoli che, alla vigilia delle elezioni amministrative, puntano a destare attenzione o curiosità alla caccia di qualche isolato voto di protesta.

In realtà, anche per evitare ricorsi alla magistratura e in particolare alla Corte Costituzionale, il Governo e il Parlamento non hanno potuto rendere obbligatorio il vaccino e, di conseguenza, l’uso del green pass che alla fin dei conti è assai comoto e semplice da usare ed è una assoluta sicurezza per tutti. Ancora una volta occorre avere la coscienza di difendere la proprio incolumità e, automaticamente, quella degli altri. Soltanto così si potrà tornare alla normalità e alla ripresa dell’economia che è la realtà più importante che tutti ci aspettiamo, insieme ella ripresa della vita scolastica: la didattica a distanza ha prodotto non pochi danni alla vita studentesca e ha condizionato un generazio0ne per due anni.  I “no vax” non hanno nessun argomento al quale aggrapparsi.