Mario Draghi alla ricerca d’una maggioranza di ampio respiro

di Paolo Lingua

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Mario Draghi alla ricerca d’una maggioranza di ampio respiro

Come era logico e largamente prevedibile Mario Draghi ha accettato l’incarico “con riserva”, come del resto era largamente prevedibile. Per il momento non né ancora chiara la situazione politica. Alla possibile costituzione d’un governo, che potrebbe essere squisitamente tecnico, costituito perciò da specialisti dei diversi settori, dovranno coagularsi partiti di diversa estrazione: a sinistra appaiono possibili  Pd e IV, poi nell’area di centro potrebbero aggregarsi Forza Italia e i tutti i partitini di centro. Restano per il momento nettamente ostili il M5s e Fratelli d’Italia. Al successo dell’ipotetico governo dominato da ministri tecnici  sarebbe determinante l’appoggio della Lega, all’interno della quale sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo) favorevole il vicesegretario Giorgettti, mentre è su diverse posizioni  Matteo Salvini. Si tratta, per il momento, di posizioni in parte tattiche e in parte  ideologiche. Sono nel volgere di 24 o al Massimo 48 ore si potranno avere posizioni più chiare. E’ indubbio che un possi bile e potenziale governo di Mario Draghi riaggancerebbe tutti i rapporti costruttivi con l’Europa. E riempirebbe il metaforico “canestro” del Recovery di contenuti particolari, tutti collegati alla ripresa economica dell’Italia con l’Europa. Per il Recovery sarà importante scegliere contenuti  strettamente connessi alla ripresa economica e al finanziamento delle iniziative  che possano puntare al decollo delle imprese delle grandi opere.

La scelta, per il momento ancora in via di definizione, di Mario Draghi mette certamente in difficoltà, pe problematiche differenti, il M5s e Fratell8i d’Italia, I grillini dovranno valutar le scelte di Draghi che punteranno certamente alle grandi opere e alla ripresa del mondo industriale e produttivo, una strategia che non hanno mai sostenuto (puntando semmai al reddito di cittadinanza per mantenere un rapporto preferenziale con l’elettorato potenziale del Mezzogiorno.  Spostandoci poi sull’elettorato del centrodestra, invece, è evidente il contrasto tra Draghi e Fratelli d’Italia perché  il presidente designato è dichiaratamente e decisamente europeista mentre Giorgia Mel9oni è dichiaratamente sovranista e populista  con un aggancio ideologico con la Le Pen. Ma se Draghi avrà l’appoggio dell’area moderata (partitini di centro e  Berlusconi) e di una parte della sinistra  (Pd e Italia Viva) potrebbe andare aventi ed eventualmente recuperare se non l’appoggio pieno della Lega, quanto meno il suo appoggio esterno, considerato che una scelta politica di favore al mondo imprenditoriale (dagli industriali sino a commercianti e artigiani)  potrebbe spingere la Lega, soprattutto nell’Italia settentrionale a una linea di sostegno d’un governo che sarà, sulla base delle possibili previsioni, di natura tecnica più che politica.

Siamo, per il momento, nel campo delle ipotesi, perché occorrerà capire quali potranno essere gli sviluppi politici dei contatti che Mario Draghi avrà nei prossimi giorni.  Non sarà semplice dare vita a una realtà concreta d’un esecutivo completamente differente da quello che sembrava realizzabile nel caso di un Conte-ter, una ipotesi che per il momento viene considerata tramontata. Che farà Conte? Darà vita a un suo movimento recuperando una parte dei grillini? A questo punto appare molto difficile, anche se il M5s potrebbe essere alla vigilia d’una spaccatura tra due ali contrastanti (Di Battista e Di Maio). Ma, come è giusto ricordare sempre, tutta la situazione politica in questo momento è estremamente fluida e tutte le posizioni possono subire mutazioni da un momento all’altro. Non va dimenticato che, in particolare la sinistra, c’è un netto rifiuto di andare al voto: una ipotesi  che, tra l’altro,  si bloccherebbe molti interventi a favore della ripresa economica e della lotta alla pandemia  in un contesto estremamente contraddittorio, con non pochi danni alla situazione generale della cittadinanza, viste le difficoltà in crescendo  a recuperare le quote di vaccini, per non parlare degli interventi a favore della ripresa economica che dovrebbero essere contenuto nella nuova strategia del Recovery. Il destino dell’Italia è scandito di ora in ora.