Le condizioni del Pronto Soccorso del San Martino diventano una "fake news"

di Redazione

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La replica del Policlinico dopo l'inchiesta di Telenord

Le condizioni del Pronto Soccorso del San Martino diventano una "fake news"

Il 5 gennaio 2020 Telenord ha pubblicato un articolo dal titolo "Malati abbandonati nei corridoi, così a San Martino muore la speranza", un reportage del giornalista Michele Varì, che si è recato al Pronto Soccorso del Policlinico genovese e ha raccontato nel pieno esercizio del diritto di cronaca la situazione trovata. Il servizio giornalistico ha destato una reazione da parte dell’Ospedale San Martino che appare inaccettabile e offensiva della nostra professionalità.

Scrive il San Martino:
"È con grande stupore e rabbia che il Direttore Sanitario aziendale Franca Martelli, il Responsabile del Dipartimento Interaziendale Regionale delle Emergenze Angelo Gratarola e la dottoressa Eleonora Arboscello, Responsabile dell’Area Critica del Pronto Soccorso leggono la fake news di Telenord a firma Michele Varì. L'articolo è del tutto destituito di fondamento, calunnioso e strumentale lesivo nei confronti degli operatori soprattutto medici ed è certamente strumento di procurato allarme.
Andiamo ai fatti. La giornata di venerdì 3 gennaio apriva alle ore 8 con un residuo di barelle dalla notte di 19 ma nella giornata si rendevano disponibili 29 letti di area medica, 7 di area chirurgica e 10 dimissioni che portavano ad assorbire tutto il flusso della giornata e a chiudere con 0 barelle alle ore 18.00.
Sabato apriva con 11 barelle al mattino e grazie a 21 letti disponibili nei reparti portava ad un residuo serale di solo 3 barelle. La mattinata di oggi domenica 5 gennaio, con un flusso notturno più intenso apriva con 24 barelle, ma grazie a 21 letti medici, 5 chirurgici e 8 dimissioni permetteva di chiudere alle 18.00 con 5 barelle residue. Il personale medico ed infermieristico è stato garantito in tutte le giornate secondo gli standard perciò tutti erano al loro posto compreso il responsabile del reparto. Si può notare quindi che siamo ben distanti dalle visioni apocalittiche che il giornalista ha descritto.
Va ricordato inoltre che il reparto di medicina d'urgenza, proprio per il turn over rapido può presentare momenti di movimento di pazienti verso i reparti, le diagnostiche o per le dimissioni e perciò non appare così statico come i reparti tradizionali. Non si sono evidenziate, né si evidenziano violazioni della privacy e soprattutto del decoro e della dignità degli ammalati, aspetti ai quali il personale è estremamente sensibile ed attento, piuttosto ci si chiede come il giornalista, privo di autorizzazioni si sia introdotto in un reparto ospedaliero scattando foto ed intervistando malati e parenti.
Riteniamo che in un paese civile vi sia il sacrosanto diritto di cronaca purché questa sia vera e non utilizzata a fini sensazionalistici, lesiva ed umiliante nei confronti di chi tutti i giorni è al servizio di chi soffre. Gli operatori sono stanchi di essere bersaglio di chi, in modo del tutto spregiudicato disegna falsamente una sanità allo sbando per scopi a noi non noti ma che finisce per spaventare la popolazione ed offendere medici ed infermieri.
A disposizione per chiarimenti
Dott.ssa Franca Martelli
Dott. Angelo Gratarola
Dott.ssa Eleonora Arboscello"

L'editore Telenord respinge fermamente l’affermazione che il servizio giornalistico sia una "fake news" poiché l'evidenza dei materiali raccolti dal giornalista è talmente chiara da non lasciare alcun dubbio interpretativo. Comunica altresì che il contenuto di tale replica, con particolare rilievo ai passaggi in cui si accusa Telenord di creare notizie false, sarà valutato dai legali dell’editore per le azioni che Telenord valuterà di intraprendere per la tutela della professionalità e della reputazione della testata. Aggiunge che, non contenti della nota di risposta dell'ospedale, l'editore in persona ha ricevuto da Jessica Nicolini, portavoce del presidente Giovanni Toti, messaggi di questo tono:

"Mi riferiscono che non volete inserire neanche la replica ufficiale dell'ospedale. C'è un motivo giornalistico per cui viene negato il diritto di replica?"
"Posso sapere gentilmente perché una testata giornalistica registrata ignori un comunicato stampa firmato da professionisti e inviato dall'ufficio stampa del sesto ospedale italiano?"

Pur perplessi per il tono ed il contenuto di tale messaggio, che peraltro non proviene da chi rappresenta l’ospedale ma da chi ritiene di poter anche imporre i tempi di pubblicazione (ricordiamo che non vi è alcun obbligo a replicare immediatamente), non abbiamo alcuna difficoltà a dare evidenza dell’attacco rivolto alla nostra testata, responsabile solo di aver raccontato una verità che da tempo è sotto gli occhi tutti, al di là di ogni campagna politica.

In particolare, precisiamo che il servizio giornalistico non ha accusato il personale del San Martino di lavorare male, ma ha semmai denunciato una carenza di organico che è purtroppo sotto gli occhi di tutti. Così come non è un segreto che gli ospedali liguri abbiano situazioni di emergenza, ne è un esempio l'obbligo di trasferta a Savona dei pazienti in cura per radioterapia al San Martino, notizie di cronaca dei passati quindici giorni.

Lontani dal voler usare la nostra testata per "fini sensazionalistici", come la nota del San Martino riporta, ricordiamo invece quanto Telenord lavori ogni giorno per raccontare ai cittadini le notizie della nostra regione. Questo è quel che ci interessa, questo è il compito di una redazione.