La triste (e ambigua) vicenda dei brigatisti in Francia

di Paolo Lingua

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La triste (e ambigua) vicenda dei brigatisti in Francia

In un primo momento l’annuncio del presidente Macron sulla fine della cosiddetta “dottrina Mitterand” e quindi con il possibile ritorno in Italia di antichi brigatisti pluricondannati per abietti e ingiustificati reati è stata accolta con simpatia e giusto entusiasmo. Con il passare delle ore, invece, si sta facendo strada la delusione e lo scontato scetticismo. I “personaggi” quasi tutti colpevoli di assurdi omicidi e da quarant’anni liberi e tranquilli in Francia adesso sono pur sempre tutti liberi, con un semplice generico controllo suoi loro spostamenti. Inoltre, si è appreso che ci vorranno non meno di due anni per far scattare l’estradizione potenziale in Italia. Ma anche nel nostro Paese, sia pure strisciando ambiguamente, non sono mancate le richieste indirette di indulto e di grazia, anche se quasi tutti i protagonisti hanno sulle spalle condanne all’ergastolo per pluriomicidi.

Sul filo del grottesco, per usare un termine cortese,  il documento firmato da presunti intellettuali francesi, tra cui Valeria Bruni - Tedeschi  moglie dell’ex presidente (di destra) della repubblica Sarkosy, a favore dei brigatisti italiani che si sarebbero comportanti correttamente in questi quarant’anni passati in Francia. I personaggi in questione vengono difesi in Maniera ambigua quasi fossero dei romantici ribelli del passato. Un errore di fondo nel quale tende a cadere, da sempre, una componente di minoranza della cultura dell’estrema sinistra, in una dimensione di grande confusione intellettuale, non senza margini di malafede. In realtà, se volgiamo rivedere con gli occhi distaccati la triste vicenda dell’estremismo di sinistra, constatiamo che i gesti di gratuita violenza, gli assassini programmati e il colpi di mano terroristici non hanno mai raccolto il sostegno della popolazione e hanno provocato anche il distacco e il distinguo persino in ambienti della sinistra radicale.

Hanno compiuto assassini gratuiti e basta, senza che il Paese fosse a rischio di finire in un regime dittatoriale. Alla fine sono rimasti soli con le loro mani insanguinate. Ma hanno agito da soli, per ragionamenti assurdi, oppure sono stati strumentalizzati in parte da servizi segreti e da strategie del terrore, magari gli ultimi guizzi d’una Unione Sovietica alla fine della propria esperienza storica e politica?  Difficile avanzare risposte esaurienti e ancora più arduo sperare in chiarimenti e confessioni da parte del gruppo degli italiani ora identificati in Francia perché se sino a oggi hanno taciuto è ben difficile che possano farlo adesso. Sperare che ciò avvenga nella speranza d’una grazia o d’un indulto  da parte dell’Italia. E’ assai più probabile che la loro difesa punti a tirare la prassi giuridico-burocratica dinanzi alla magistratura francese più alla lunga possi bile, visto che tutti restano a piede libero 4ed è quasi imp9ossibile che siano incarcerati.

C’è anche chi, non avendo condanne all’ergastolo, punta sulla prescrizione che potrebbe scattare in tempi stretti. La vicenda dei brigatisti riparati in Francia ha fatto rievocare un periodo molto triste della nostra storia: proprio in questi giorni è stata rievocata a Genova la vicenda del brigatista Carpi che prese parte all’assassinio di Guido Rossa e che da quarant’anni, dopo la condanna all’ergastol9o, non ha dato più notizie si sé e non si sa obiettivamente dove si trovi, sempre che sia vivo. Si sono riaperti infiniti tristi canali e i familiari delle vittime hanno avvertito riaperte antiche ferite, ma sono i primi a essere scettici su un esito positivo della vicenda. Non sarà agevole poter disporre delle persone coinvolte negli anni di piombo.

Il tempo sembra essere sempre dalla loro parte, in un clima di ambiguità intellettuali e politiche. Resta il declino e la liquidazione della “dottrina Mitterand”, ancor più assurda in un paese come la Francia che ha nella sua legislazione visioni centralistiche e autoritarie più dure di quelle italiane e che sottolinea una visione pseudolibertaria  che non è mai stata in piedi coerentemente. Resta una considerazione pessimistica: sembra sempre più difficile fare i conti con un fenomeno feroce e assurdo di estremismo che sembra destinato a estinguers9i portandosi dietro  troppi segreti e troppe complicità.