La battaglia per le Autostrade

di Paolo Lingua

3 min, 11 sec
La battaglia per le Autostrade

Non è certamente un momento di chiarezza di posizioni tra i partiti alleati su molti aspetti delle scelte strategiche del governo. Un punto critico, che diventa più stridente ogni giorno che passa, riguarda la questione della riforma giudiziaria con una particolare accentuazione sulle modifiche della prescrizione. Più prudente il Pd e invece animato fa furia giustizialista il M5s.  E’ vecchia storia, resa ancora più stridente se si considera che sulla prescrizione c’è la posizione dei renziani che combacia con quella di Forza Italia (e dell’opposizione di centrodestra in generale. Ma il tema, forse ancora più vistoso in termini politici che incombe si rapporti tra i partiti di governo  e che ha una forte ricaduta proprio sul territorio della Liguria, è la questione della possibile o no revoca della concessione autostradale al gruppo Atlantia controllato dalla famiglia Benetton.

Volendo fare un breve riassunto dei precedenti in materia, occorre risalire all’indomani del crollo del ponte Morandi. Subito il M5s accusò di gravi errori e di mancanza di controlli la Società per le Autostrade, controllata appunto da Atlantia, chiedendo a gran voce la revoca della concessione. Sulla vicenda e sulle eventuali responsabilità – dirette e indirette, civili e penali – sta indagando la magistratura che non ha ancora messo a punto la richiesta di rinvio a giudizio (ci vorranno almeno altri sei mesi). Proprio per questo il Pd – ma in questo anche gli enti locali di Genova e della Liguria – hanno sempre affermato di voler rinviare la questione della revoca della concessione (non negandola in un secondo tempo, nel caso di accuse circostanziate di responsabilità), ma di puntare piuttosto a velocizzare i tempi della ricostruzione e di altri interventi urgenti di manutenzione implicando la stessa Società per le Autostrade, superando eventuali incarichi alternativi e magari rallentati da richieste di bandi e di concorsi. Non solo: l’intervento eventuale della Società per le Autostrade poterebbe vederla implicate nella realizzazione della cosiddetta Gronda, sempre che il progetto decolli nel giro di un mese.

Le ultime notizie, ufficiali peraltro, che provengono da ministero per i trasporti, retto da Paola De Micheli del Pd, parlano invece d’un blocco, per il momento, della eventuale revoca della concessione, puntando piuttosto a  una vistosa multa nei confronti della società e all’imposizione d’un taglio dei pedaggi, considerato il danno che hanno sofferto e che continueranno a subire, i cittadini fruitori del servizio autostradale. La scelta, che viene non solo dai tecnici ma, in termini politici, dal Pd non trova, per il momento, sia a livello nazionale, sia a livello ligure, il consenso da parte dei grillini che contestano e protestano, tornando sul tema del taglio della concessione per gli errori e le presunto colpe attribuite alla Società per le Autostrade. Si tratterà ora di vedere come andranno a incastrarsi i diversi temi che, però, per molti aspetti sono collegati, come la decisione per la Gronda (il governo ha fatto sapere che il progetto è ancora il primo e non ci sono modifiche perché gli uffici tecnici stanno valutandolo appunto in questi termini) e quella più importante delle scelte da imporre alla Società per le Autostrade.

In questo contesto non è agevole trovare spazio per eventuali mediazioni o compromessi. Ma, accanto alle questioni tecniche, incombono quelle di ordine politico, considerato che i quattro partiti della coalizione non solo assolutamente omologhi. Tra due settimane si voterà per il rinnovo delle regioni Emilia-Romagna e Calabria. L’esito di quel voto ricadrà, bene o male, sullo stato di salute del governo e si capirà quali scelte avranno vita lunga, salvo una crisi che porterebbe alle elezioni nazionali. Tutti gli esiti sono possibili.