L’incerto avvenire della Piaggio Aero

di Paolo Lingua

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L’incerto avvenire della Piaggio Aero

Si troverà, sul mercato internazionale, un potenziale acquirente della Piaggio Aero, un tempo una eccellenza della Liguria (e con un potenziale produttivo ancora valido a livello internazionale)? Ci sono non poche offerte sul mercato mondiale proprio per il livello produttivo dell’azienda storica, legata al nome d’una delle più grandi famiglie imprenditoriali italiane del Novecento, ma, come sovente avviene, queste proposte di acquisizione non sono sempre del tutto chiare, in particolare sul piano della produzione ma in particolare sulla situazione occupazionale. Oggi l’azienda, in regime commissariale,  consta su due stabilimenti liguri. Il più grande, è sempre collocato a Villanova d’Albenga e dà lavoro a 720 dipendenti, mentre la parte genovese, collocata all’altezza di Sestri Ponente e contigua all’aeroporto “Cristoforo Colombo”  occupa 214 dipendenti.

I numeri degli occupati, rispetto a soltanto una decina d’anni fa, si sono ristretti, ma l’azienda ha ricevuto negli ultimi mesi importanti commesse sia civili sia militari, dimostrando di aver un potenziale importante sul mercato internazionale. Il problema della Piaggio Aero, che si trascina un delicato stato di crisi dalla metà degli anni Novanta, da quando la storica famiglia è uscita dal controllo dell’azienda, è appunto di trovare una sentiero di uscita da una gestione di tipo commissariale per entrare in un gruppo, anche internazionale visto che non ci sono acquirenti italiani sul mercato, in grado da investire e di riprendere la completa funzionalità produttiva. In passato,  ma anche oggi, non mancano ipotesi di ristrutturazione e di razionalizzazione della produzione, un fenomeno che già si era realizzato quando la parte maggiore della struttura produttiva si era spostata da Finale Ligure a Villanova d’Albenga nei pressi dell’aeroporto  locale. Ci sono quindi non poche preoccupazioni per quel che riguarda la sopravvivenza dello stabilimento di Genova, a Sestri Ponente, che è già stato in gran parte ridimensionato.

Ancora oggi, in consiglio regionale, il tema della Piaggio Aero è stato affrontato e con un documento unanime con il quale si invita la Regione come istituzione a tenere la massima attenzione sulla questione e a chiedere confronti con il governo e con i sindacati a tutti i livelli. In effetti, la preoccupazione diffusa in Liguria a tutti i livelli è il rischio di tagli pesanti o che l’azienda possa essere inglobata in strutture imprenditoriali  di maggiori dimensioni soprattutto a livello internazionale, perdendo la propria identità. In effetti, nel ripercorrere la storia più recente dell’impresa, in particolare quando è implosa la crisi (ai vertici c’era ancora il figlio di Ferrari, fondatore della prestigiosa casa automobilistica) che aveva tra le sue cause la produzione di aerei di alto livello tecnico (ma anche di linea e di design) ma i cui costi erano troppo alti sul mercato a tutto vantaggio della produzione Usa, la più agguerrita nel settore. La produzione si era poi assestata in particolare con la produzione di velivoli militari, di buon livello concorrenziale, acquisiti dallo stesso governo italiano ma anche da governi stranieri.

Per questo la Regione, ma anche i sindacati, si preoccupato del fatto che i potenziali acquirenti che dovrebbero partecipare alla gara di cessione definitiva offrano tutte le garanzie non solo produttive ma anche di difesa dei livelli occupazionali. Esiste, sia pure in un settore differente, il precedente della vendita – ormai di fatto rientrata con l’ingresso dello Stato nella proprietà – dell’azienda siderurgica ex Ilva con ancora molti problemi da risolvere. Per questo si punta alla difesa d’una realtà di eccellenza come la Piaggio Aero, che produce sia motori sia velivoli, e che va difesa e che non va frammentata come si era tentato di fare in passato.