Il governo sblocca i divieti: torna la normalità?

di Paolo Lingua

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Il governo sblocca i divieti: torna la normalità?

Il ritorno alla normalità (o quasi) in tanti locali pubblici e privati è una scommessa ardita da parte del Governo che, in molti casi, è andato al di là dei limiti suggeriti dai vertici sanitari e scientifici. E’ indubbio che l’assembramento è un rischio anche se da tempo le infezioni scendono sistematicamente in tutte le fasce di età ed è sempre più ristretto lo spazio dove si muovono i cosiddetti “no vax”.  Quindi teatri, cinema e musei tornano alla normalità con la capienza del 100 per 100.  Solo le discoteche all’interno restano al 50% al chiuso e al 75% all’aperto (ma d’inverno  chi ballerà mai “en plein air”? La decisione, tutto sommato “generosa” del governo, ha fatto felici tutti gli operatori della cultura e dello spettacolo e ha calmato i furori dei titolari delle discoteche che avevano già fatto sapere che avrebbero rifiutato la soluzione del 35% che era stata adombrata in un primo momento. Già da questa mattina, teatri e sale da concerti e di opera si sono affrettate a mettere in pubblico, con grande clamore, progetti e programmi. Con richiami diretti e immediati ai cittadini potenziali fruitori, dopo quasi due anni di chiusura. Più interessanti saranno le domande che pendono sulle discoteche all’interno delle quali sarà d’obbligo (come nelle altre strutture di spettacolo) l’uso della mascherina che, invece, potrà essere tolta al momento di ballare.

Le decisioni del governo che allargano le prospettive adombrate dai vertici sanitari hanno provocato ottimismo nell’opinione pubblica e anche una condizione positiva da parte di tutti i partiti che sostengono Draghi, anche alla luce della ripresa della fiducia reciproca tra il premier e Salvini, dopo gli incontri diretti di ieri. Ovviamente non mancano gli interrogativi. La nuova normativa più tollerante, frutto del calo dei contagi conseguenza diretta della crescita dei vaccini, non avrò effetti negativi? Non si rischiano focolai di ripresa della pandemia, dopo importanti manifestazioni di spettacolo? E sarà possibile controllare con severità le discoteche che sono poi i locali con i maggiori rischi? Come sempre non mancano i dubbi e, per alcuni aspetti. Le scommesse sul futuro immediato, anche perché anche se è in calo costante, la pandemia è tutt’altro che domata e potrebbero nascere ancora alcune riprese. Si tratterà di capire – e le questioni sono collegate tra loro – quali effetti potrà avere il cosiddetto “terzo vaccino” che per il momento è praticato ai casi cosiddetti “fragili” , agli addetti sanitari e a coloro che sono al di sopra degli 80 anni.

Nei prossimi mesi il “terzo vaccino” sarà praticato alle fasce di età più elevante, con il sistema graduale (sopra i 70, sopra i 60 e via via) magari con la possibilità di associarlo al vaccino tradizionale antinfluenzale? E’ ancora presto per formula programmi e una organizzazione generale su tutto il territorio nazionale, anche se ci sono già state opinioni favorevoli. L’obiettivo è andare al di là della cosiddetta “immunità di gregge” in modo da confinare la pandemia in un angolo sempre più stretto, in modo che diventi una realtà marginale del nostro sistema sanitario, così come, in passato, è avvenuto per l’influenza e altre forme di infezioni diffuse  oggi per la verità quasi definitivamente domate. Le scelte strategiche di questi giorni sono determinanti che capire verso che tipo di realtà andiamo e quanto   manchi ancora per riprendere a tutti i livelli la vita normale prima dell’infezione. Il discorso vale per i posti di lavoro, per le scuole, per i riferimenti dell’evasione del divertimento. Non va dimenticato che, per quel che riguarda i luoghi di associazione, con il cambiamento stagionale sarà sempre più difficile disporre di spazi all’aperto, anche se ci sono locali che stanno mettendo a punto l’ipotesi di impiegare sistemi speciali di riscaldamento. Ma è evidente che si tornerà a vivere all’interno di ristoranti, trattorie, pizzerie e bar. Ci dovremo adattare per tornare a essere finalmente “normali”.