Il covid si combatte anche a tavola: ecco la dieta chetogenica

di Marco Innocenti

Il professor Sukkar: "Un drastico taglio di zuccheri e carboidrati riduce gli eventi infiammatori più gravi ma vietato il fai-da-te"

Il covid si può combattere anche a tavola. Lo ha dimostrato uno studio, condotto presso il policlinico San Martino di Genova dal professor Samir Sukkar,  direttore dell'U.O. Dietetica e nutrizione clinica, e dal professor Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive, uno studio recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista "Nutrition". Sono stati i 102 pazienti covid positivi osservati: a 34 è stata somministrata una dieta chetogenica mentre gli altri 68 hanno seguito, nello stesso periodo, una dieta comune

"La dieta chetogenica - ci spiega il professor Sukkar - è caratterizzata dall'esclusione quasi totale dei carboidrati, mediante la sostituzione con grassi e proteine. Non è una dieta dimagrante, sia chiaro. Quando è esplosa la pandemia a marzo dello scorso anno, sono andato a vedere come rispondevano le cellule che producono la cosiddetta "tempesta citochinica", che è poi la reazione che determina il peggioramento del paziente e spesso la mortalità da covid nella prima settimana dalla manifestazione dei sintomi. Queste cellule si infiammano soprattutto nella popolazione diabetica, obesa o ipertesa. Queste cellule, che si chiamano macrofagi, quando passano allo stato infiammatori negli alveoli del polmone mutano il loro metabolismo, divenendo fortemente assetate di glucosio".

"L'idea è stata quella di spegnere queste cellule - aggiunge - attraverso una dieta fortemente carente di glucosio, quindi fortemente deficitaria della sostanza di cui queste cellule fanno uso. Nell'infezione sono poi importanti anche i grassi e le proteine, perché nell'infezione l'organismo ha bisogno di far crescere le cellule immunitarie, quindi se da una parte togliamo lo zucchero, dall'altra dobbiamo garantire l'apporto di sostanze nutritizie importanti come i grassi e le proteine. A questo punto nasce l'idea di utilizzare questa dieta chetogenica, che già utilizziamo in soggetti con epilessia, per disinfiammare soggetti positivi al covid. La dieta l'ho proposta al professor Bassetti e questo ci ha permesso di avere un numero di pazienti da osservare, al fianco di pazienti che hanno seguito invece una dieta tradizionale".

"Questi pazienti ci hanno fornito dei risultati che evidenziavano una forte tendenza a un miglioramento nella prognosi del paziente che non sviluppa insufficienza respiratoria grave e non deve essere trasferito in terapia intensiva, insieme ad una riduzione dell'infiammazione in questi pazienti. Di fatto è una terapia dietetica, non di supporto ma con un suo ruolo antinfiammatorio molto più naturale rispetto ad una terapia cortisonica, che in certe situazioni ovviamente resta necessaria. Questa dieta però fa sì che l'infiammazione tende ad essere molto più debole, suggerendoci di ridurre subito i carboidrati nella dieta del soggetto, non appena diventa positivo".

"Attenzione però - avverte il professor Sukkar - non si tratta di una dieta fai-da-te, perché ci sono pazienti che hanno ad esempio problemi di diabete". Il monitoraggio medico, insomma, è indispensabile.