Il conto alla rovescia con tutte le incognite del voto

di Paolo Lingua

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Il conto alla rovescia con tutte le incognite del voto

A mezzanotte scatta il silenzio stampa. Teoricamente bisognerebbe che tutti si ponessero in uno stato di riflessione per meditare su cosa e come occorrerebbe votare.  Lasciamo perdere questa ipotesi ideale e fermiamoci alla vita di tutti i giorni. Ci sono due aspetti su cui concretamente si può riflettere. La prima è la scelta ideologica ed emotiva sull’amministrazione migliore che chiunque ipotizza dal suo punto di vista; la seconda riguarda non solo le simpatie ma anche le antipatie, ma anche le prospettive immediate di governo. Nel primo caso tutti gli interrogativi riguardano la prossima giunta regionale e le sue prospettive sul piano operativo; nel secondo caso invece i riflettori saranno puntati sul governo i cui esponenti hanno sinora negato qualunque possibilità di crisi, anche se tutti sappiamo che ogni soluzione è possibile.

Ma le questioni più sottili, alle quali per il momento non è possibile dare una risposta precisa, riguardano non solo l’esito elettorale, ma anche la dimensione percentuale degli schieramenti nel prossimo consiglio: ci sarà una maggioranza stretta oppure una maggioranza di largo respiro? E’ un dettaglio importante perché questa dimensione riguarderà la libertà d’azione della futura maggioranza. Così come la possibilità di capire quanti degli attuali schieramenti  con presidente otterranno almeno in consigliere. In linea di massima le previsioni non danno più di tre concentrazioni (Toti, Sansa e  Massardo), ma è meglio essere prudenti perché molto dipenderà, come è stato detto nei giorni scorsi, dalla partecipazione percentuale al voto.

Tornando al caso della Liguria, gli osservatori politici sono curiosi per un fatto: si tratta dell’unica regione, su sette in corsa, nella quale il Pd ha stretto l’alleanza con il M5s. Da nessuna altra parte è stato possibile, anche se c’era da difendere maggioranze già acquisite. Ma, nonostante qualche maldestro tentativo in extremis questa possibilità non è stata realizzata. E a questo punto ci sono quattro regioni rette sinora dal centrosinistra che sono oggetto della stretta osservazione dei media perché sono il termometro della tenuta del governo, anche se tutto il centrosinistra si sottrae a questa sorta sgradevole di esame.

La questione più complessa riguarda invece l’esito del referendum sul taglio dei parlamentari. A favore del “si” si è dichiarato il presidente del consiglio Giuseppe Conte con soltanto il blocco del M5s propositore e sostenitore da sempre del progetto. Contrari i piccoli partiti della sinistra, i radicali e + Europa, i centristi di destra e di sinistra, oltre che, in modo netto, Fratelli d’Italia con in testa Giorgia Meloni. Italia Viva formalmente ha lasciato liberi gli elettori ma all’interno dei renziani base e dirigenti sono per il “no” così come di fatto per il “no” sono la base e gli esponenti di punta  di Forza Italia. Il grande punto interrogativo riguarda, curiosamente sia a destra, sia a sinistra,   il voto della base dei due partiti maggiori, ovvero il Pd e la Lega. I loro leader, sia pure un po’ a fatica, si sono dichiarati per il “si” sia pure con differenti motivazioni, ma alla spalle di Zingaretti e di Salvini c’è stata una netta presa di posizione a favore del “no” da parte di molti dirigenti di primo piano e di forti gruppi della base. Difficile, per non dire impossibile, valutarne la consistenza, anche perché una delle tante incognite del voto riguarda l’affluenza e, di conseguenza, gli effetti sulle scelte di fondo che questo fenomeno può provocare.

Per questo, lo spoglio di lunedì sarà da seguire con il fiato sospeso perché le affermazioni della vigilia sulla possibile crisi o no di governo o sulle scelte strategiche dei prossimi mesi  sono tutti spot elettorali sospesi nell’aria. Come da tempo accade nel nostro Paese, considerata la fragilità e le fortune effimere dei partiti e delle coalizioni, i cambiamenti possono essere seriamente repentini e imprevedibili. E le previsioni astrette sono sempre azzardate. Sarà uno spoglio elettorale all’insegna dell’adrenalina.