Gli aspetti critici dell'economia ligure

di Paolo Lingua

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Gli aspetti critici dell'economia ligure

L’attenzione dell’opinione pubblica in questi giorni sembra tutta puntata sull’evoluzione della politica per le conseguenze che potrebbero avere gli esiti delle elezioni regionali di domenica e la complicata situazione interna del M5s. Ma, anche solo restando sul territorio della Liguria, ci sono ben altre preoccupazioni che incombono e che riguardano la situazione delle maggiori imprese del territorio. Il primo caso che ci balza agli occhi è quello dell’ Acerlor Mittal, la ex Ilva.

I nodi partono da Taranto dove è collocata la maggior struttura produttiva siderurgica, ma abbiamo un accavallarsi di interventi della magistratura (quella pugliese e quella milanese tanto per complicare la faccenda) sulla chiusura e no dell’impianto a caldo che è quello che provoca il maggior inquinamento ambientale. Ma c’è anche la complessa azione – strategica, tattica, diplomatica? Difficile da capirsi – dei vertici della multinazionale Arcelor Mittal, di cui non si intravvede la reale strategia.

Si punta alla chiusura dell’azienda per problemi di strategia internazionale? Si vuole una co-gestione con  lo Stato italiano? Si punta solo alla riduzione del numero dei dipendenti alla luce d’una crisi del mercato mondiale? La difficoltà di capire quale sarà l’sito d’una situazione nata dopo un accordo a livello governativo che però è apparso scompaginato poco dopo la firma (ma anche perché il governo non ha concesso le garanzie processuali per eventuali responsabilità dei precedenti dirigenti dell’ex Ilva ma non scaricabili sui nuovi) che tiene le organizzazioni sindacali, con una dura dichiarazione ancora di oggi da parte di Landini, sempre in assetto di guerra, con minacce di blocchi e di scioperi.

La situazione di Taranto, che è la più grave, si potrà ritorcere anche su Genova e su Novi Ligure, strutture produttive che dipendono da Taranto. E questo apre nuovi fronti di scontro. Accanto alla vicenda dell’ex Ilva non mancano altri aspetti di preoccupazione. C’è la Piaggio Aero che ha ottenuto l’appalto per realizzare aerei e droni, ma che non ha ancora risolta la delicata questione dell’organico e della cassa  integrazione per molte centinaia di dipendenti. Accanto ci sono altri problemi di cassa integrazione e di rischio di posti di lavoro per centinaia di lavoratori di Ansaldo Energia.  

Non mancano altre problematiche per molte piccole imprese del territorio. Come alcune analisi di livello nazionale hanno dimostrato la Liguria non gode d’un momento favorevole per le sue imprese, in particolare quelle industriali. Né va dimenticata la difficile situazione dei trasporti e delle infrastrutture, perché accanto ai tempi che ancora ci vorranno per la ricostruzione dell’ex ponte Morandi, sono emersi in questi modi molti “acciacchi”, alcuni molto seri, sulle condizioni delle autostrade della Liguria . Un tema che coinvolge, a livello nazionale, la possibile revoca delle concessioni autostradali che potrebbe bloccare il decollo dei lavori per la realizzazione della Gronda di cui ha parlato più volte Paola De Micheli, ministro dei trasporti.

La firma per il via libera ai lavori potrebbe essere vicina, ma dato che toccherebbe alla Società Autostrade la realizzazione, si potrebbe avere un blocco per caso di revoca della concessione. Vicenda che, com’è noto, vede su fronti opposti il Pd e il M5s. I problemi imprenditoriali di cui s’è parlato hanno una loro sfera autonoma di evoluzione, ma molte decisioni dipenderanno dalla strategia politica che sarà adottata dall’esecutivo. Ma molto dipenderà dall’esito elettorale e dai significati che si daranno al voto. Per due giorni tutti saranno appesi al risultato delle regionali. Un mare di dubbi che rischia di sommergere una politica forse troppo fragile.