Genova, lavoratrici delle pulizie e dei servizi in piazza: "Vogliamo dignità"

di Marco Innocenti

Contratto fermo da 7 anni, paghe da 5 euro lordi all'ora e salari che non superano i 700 euro al mese

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Sono scese in piazza, le lavoratrici delle imprese di pulizie e sanificazione e delle aziende multiservizi che da troppo tempo, da oltre 7 anni, aspettano il rinnovo del contratto di lavoro nazionale. Salari ridotti, addirittura a 5 euro lordi l'ora, stipendi che difficilmente arrivano a superare i 700 euro al mese e condizioni di lavoro che non garantiscono la salute e la protezione dal contagio per dei lavoratori ma soprattutto delle lavoratrici che operano in massima parte in ospedali e strutture sanitarie, a stretto contatto con medici e infermieri impegnati nella lotta contro il covid. 

Ritrovo in piazza della Vittoria poi il lungo serpentone si è snodato lungo via XX Settembre per arrivare in piazza De Ferrari e installarsi proprio sotto le finestre del palazzo della Regione. "Siamo tante donne e questo sciopero è molto femminile - ci racconta Laura, addetta alle pulizie presso l'Ospedale Gaslini da 19 anni - Noi con il covid abbiamo affrontato qualcosa di molto più grande di noi: io e i miei colleghi al Gaslini siamo sotto sorveglianza sanitaria, so che in tanti appalti in giro per l'Italia ci sono colleghi che non hanno mai fatto un tampone. Pur continuando a fare il proprio lavoro, garantendo un servizio indispensabile. Noi ci definiamo invisibili perché è così che ci fanno sentire. Non ci arrendiamo, siamo lottatori nati perché lottiamo per il contratto collettivo e ai cambi di appalto lottiamo per mantenere le nostre ore contrattuali. Contratto adesso è il nostro grido, forte e chiaro. Non vogliamo più aspettare. Che le associazioni datoriali lo sappiano: noi non ci arrendiamo".

"Inaccettabile che questo settore, che era fondamentale anche prima della pandemia - spiega Silvia Avanzino, segretario generale Fisascat Cisl Liguria - stia aspettando un contratto da 7 anni, lavorando spesso e volentieri 3 ore a settimana da un appalto all'altro e che subiscono sulla loro pelle i cambi d'appalto al massimo ribasso. Siamo qua perché non intendiamo accettarlo più".

"Sono 7 anni e mezzo che aspettano un rinnovo importantissimo perché al di là della tute la economica, hanno bisogno anche di tutele normative - sottolinea Silvana Comanducci, segretario regionale UilTrasporti - E' un settore legato al mondo degli appalti quindi molto fragile. Con 5 euro l'ora non si sopravvive. Riuscire a far quadrare i conti è sempre un problema. Questi lavoratori sono stati insigniti del cavalierato del lavoro dal presidente Mattarella ma con le onorificenze non si pagano le bollette né si fa la spesa".

"L'ultimo rinnovo salariale è stato firmato nel 2013 - Nicola Poli, responsabile del settore multiservizi Filcams Cgil - ma questi lavoratori sono quelli che puliscono i nostri uffici e i nostri ospedali, sono quelli che rendono possibile ogni nostra attività, oggi più che mai. Sono in prima linea anche loro nel combattere il covid ma il ringraziamento che ricevono spesso è l'invisibilità, visto che nessuno li considera degni di una sorveglianza sanitaria paragonabile a quella dei dipendenti interni della sanità. Rivendichiamo la dignità di un ruolo che, oggi, è fondamentale: senza di loro nessuno potrebbe tenere aperto un'attività, nulla di nulla".

Una delegazione di manifestanti è stata ricevuta dai capigruppo in Consiglio regionale, riunito oggi in seduta straordinaria per dibattere i temi legati alla sanità. L'aula, all'unanimità, ha anche votato un ordine del giorno col quale impegna la Giunta a portare all'attenzione del governo le richieste della categoria. "Le porte del Consiglio regionale sono sempre aperte - ha commentato il presidente Gianmarco Medusei - Abbiamo ascoltato le richieste dei lavoratori, è un argomento molto delicato e il Consiglio deve dare risposte concrete".