Genova e la vita di Stradella: un Orfeo assassinato

di Giulia Cassini

Il tour ricordando le tappe principali della vita del musicista Alessandro Stradella a cura di Roberto Iovino e Nicole Olivieri

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Il viaggio ideato e condotto dal critico musicale Roberto Iovino con la musicista Nicole Olivieri per le vie della Superba raccontato attraverso le loro parole, ricordando gli aspetti fondamentali del grande musicista Alessandro Stradella, il nuovo Orfeo romano come lo chiamavano i genovesi. Tra le tappe più importanti evidenziate Piazza Banchi, il Teatro del Falcone, via Fossatello, Palazzo Ducale e la Chiesa della Vigne. 

Il tour in viaggio nel tempo

R.I. "Torniamo indietro al 25 febbraio 1682. E’ notte fonda. Piazza Banchi è deserta. Un uomo cammina svelto per raggiungere la propria abitazione. Da un angolo scuro escono all’improvviso due ombre che si avventano su di lui e lo pugnalano una, due, tre, quattro volte. Per quell’ignaro passante, non c’è più nulla da fare. Muore così a 39 anni Alessandro Stradella. Il suo assassinio fa naturalmente molto scalpore nella Genova del tempo e, a stento, viene soffocato uno scandalo che rischiava di travolgere potenti famiglie della città.

Stradella era arrivato a Genova probabilmente nel 1678 dopo essere sfuggito a un attentato a Torino per mano di sicari inviati da Venezia. Sì perché Stradella, geniale musicista, autore di pagine straordinarie che ne fanno uno dei più autorevoli esponenti del barocco italiano, non era uno stinco di santo.  Intrecciava relazioni pericolose, si dava a traffici loschi, frequentava l’alta società, ma anche briganti poco raccomandabili. E così da Venezia era dovuto scappare in fretta e furia per sottrarsi alle ire di un marito geloso. Ferito a Torino aveva raggiunto dunque Genova dove, grazie ai buoni commerci dell’amico musicista e impresario Lonati, era entrato in contatto con la buona società e aveva avviato una collaborazione non solo con famiglie altolocate, ma anche con il Teatro del Falcone".

N.O. "Proprio al Teatro del Falcone nel 1678 aveva messo in scena La forza dell’amor paterno e l’anno successivo il suo titolo teatrale più importante, Il Trespolo tutore, sorta di anticipazione dell’opera comica settecentesca. 

Il momento di maggior riconoscimento artistico, Stradella lo raggiunge nell’estate del 1681, quando per la cerimonia prenunziale di Carlo Spinola con Paola Brignole, compone la Serenata a tre voci dal titolo Il Barcheggio, eseguita sulla marina con grande spiegamento di mezzi.

Purtroppo però Stradella non aveva imparato nulla dalle precedenti disavventure. Anche a Genova comincia a frequentare  ambienti pericolosi. Lavora in un atelier di parrucchiere alla moda situato in via Fossatello dove si danno lezioni private di musica, ma si gioca anche d’azzardo e ci si può divertire con allegre compagnie. Intorno al locale cominciano a nascere voci diffamatorie che trovano il loro sbocco nei cosiddetti biglietti di calice".

R.I. "Ci troviamo davanti all'allora Palazzo Ducale. I biglietti di calice vi erano stati introdotti all’inizio del Seicento dai Serenissimi Collegi al fine di disciplinare la discutibile condotta di molti nobili, rei di non comportarsi in maniera conforme al loro status. Il piccolo consiglio si riunisce così una volta al mese per giudicare ed eventualmente esiliare i patrizi ritenuti colpevoli. Si stabilisce di aprire delle buche nei muri perimetrali dei cortili di Palazzo Ducale e di disporre, durante le riunioni del Collegi, dei calici in cui i cittadini avrebbero potuto consegnare in modo anonimo le proprie rimostranze. Fra gli argomenti si trovava un po’ di tutto: consigli, suggerimenti, proposte, ma anche mugugni, lamentele, delazioni. E l’atelier di via Fossatello attira l’attenzione di qualche moralista genovese: 'Il Guani parrucchiere va dicendo che della Lomellini s’è fatta una cliente d’ogni giorno e c’è chi la dice anche della notte'.

Maria Caterina Lomellino era la moglie di Giuseppe Maria Garibaldo, personalità economicamente potente nella Genova del tempo. Sembra insomma che Lomellino a un certo momento sia diventata l’amante di Stradella, almeno se si dà retta ai “si dice” del tempo. Certo è che Maria Caterina non è una donna qualsiasi, appartiene a una famiglia importante ed è la consorte di un uomo in vista. Guani, nobile decaduto e dalla calunnia facile, lavora anche lui nell’atelier ed è il primo a pagarla. Nel dicembre del 1681, tre mesi prima di Stradella, viene sfregiato proprio nella stessa piazza Banchi".

N.O. "E poi tocca al compositore romano. Consumato il delitto,  Stradella viene sepolto in fretta nella Chiesa delle Vigne. Il suo omicidio fa parlare per qualche mese, i biglietti di calice si moltiplicano, qualcuno finisce in carcere e poi in esilio per breve tempo. E poi,  piano piano, si mette tutto a tacere, mentre diversi mariti nobili a Venezia, a Torino e a Genova, tirano un sospiro di sollievo".