Genova, crisi e covid: in aumento i genovesi che lasciano il cane al canile

di Michele Varì

Viaggio nella casa municipale degli animali di Monte Contessa fra storie strappalacrime e una decina di cani che danni nessuno accetta di adottare

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Le vacanze, la palestra, spese mediche ma anche il cane.  Fra le rinunce imposte dalla crisi economica, ora aggravata dal covid, c'è anche quella all'amico più fedele dell'uomo,

Lo svela Nicoletta, direttrice del Canile municipale di Genova di Monte Contessa, sulle alture di Sestri Ponente, dove risultano in aumento gli abbandoni legali dei cani di cittadini che non riescono più a mantenerli, o anche che non sanno più gestirli, soprattutto quando si tratta di cani di grandi dimensioni.  Non a caso oltre il 50% dei cento cani rinchiusi al canile sono pit bull. 

Consola invece il fatto che grazie all'introduzione dei microchip che permette di identificare i proprietari, sono diventati rarissimi i casi di cani abbandonati nelle strada o, peggio, in autostrada.

Non mancano le storie strappalacrime come quella di una decina di cani che da anni sono rinchiusi, prigionieri del canile, perché non si trova nessuno capace di prendersene cura.