Fondazione Gimbe: "Sotto i 50 anni, i rischi dei vaccini a vettore virale superano i benefici"

di Marco Innocenti

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Cartabellotta: "Eppure il 33,1% di Astra e Johnson usati nelle ultime 3 settimane, sono andati ad under 50 e l'11% nella fascia 18-29 anni"

Fondazione Gimbe: "Sotto i 50 anni, i rischi dei vaccini a vettore virale superano i benefici"

Anche il monitoraggio settimanale di Fondazione Gimbe conferma il calo generalizzato dei numeri della pandemia in Italia: nella settimana fra il 2 e l'8 giugno, infatti, i nuovi casi sono scesi a 15.288 (-31,79% rispetto ai 22.412 della settimana precedente) mentre i decessi, da 720, sono scesi a 469 (-34,9%). Scendono anche i ricoveri con sintomi (4.685 contro 6.192, -24,34%) e le terapie intensive (688 contro 989, -30,43%).

"Da 12 settimane consecutive – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – il trend dei nuovi casi si conferma in discesa, sia per la ridotta circolazione del virus come dimostra la riduzione del rapporto positivi/casi testati, sia per la costante diminuzione dell’attività di testing che da un lato sottostima il numero dei nuovi casi e dall’altro ribadisce la rinuncia al tracciamento dei contatti, proprio ora che la ridotta incidenza dei casi ne permetterebbe la ripresa".

Nonostante questa generalizzata riduzione del tracciamento, verificatasi anche in Liguria, i numeri della nostra regione sono sicuramente confortanti e confermano il trend che ci ha portati in zona bianca: 42 casi di positività ogni 100mila abitanti, il 4% dei posti letto di media intensità occupati e il 10% quelli in terapia intensiva, ben al di sotto insomma delle soglie di attenzione stabilite dal ministero.

Il monitoraggio, poi, entra anche nel merito delle recenti polemiche sull'utilizzo del vaccino AstraZeneca al di sotto dei 60 anni: "In un’ottica di salute pubblica e di strategie vaccinali - spiega Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE - il profilo beneficio-rischio del vaccino si modifica in relazione alla circolazione del virus". Un dato questo ribadito anche da Ema a fine aprile. Il rischio di sviluppare trombosi associata a piastrinopenia, aumenta al diminuire dell’età: 0,5 casi su 100.000 negli over 70, 1 caso su 100.000 nella fascia 50-69 anni, circa 2 casi su 100.000 negli under 50 anni.

In Italia, come documenta anche l’ultimo rapporto AIFA sulla farmacovigilanza, l’incidenza sembra ancora più bassa: infatti, su 3.977.851 somministrazioni di AstraZeneca (dati aggiornati al 26 aprile 2021) sono stati riportati 34 casi di trombosi venose in sede atipica. Tuttavia nei soggetti più giovani, già a minor rischio di COVID-19 severa, in condizioni di bassa circolazione virale l’incidenza di effetti avversi, seppur molto bassa, supera i potenziali benefici del vaccino nel prevenire ospedalizzazione, ricovero in terapia intensiva o decesso.

"In altre parole – precisa il presidente Cartabellotta – nel quadro epidemiologico italiano delle ultime tre settimane, nelle persone di età inferiore a 50 anni i rischi dei vaccini a vettore virale superano i benefici. Ed è anacronistico che, a fronte delle indicazioni del Ministero della Salute che già dallo scorso 7 aprile raccomandava AstraZeneca “preferenzialmente” per gli over 60, nelle ultime 3 settimane, su un totale di 1.431.813 dosi di vaccini a vettore adenovirale somministrate, il 33,1% (473.578 dosi) siano state somministrate a persone under 50 e l’11% (158.156 dosi) nella fascia 18-29".

"Se da un lato non bisogna rallentare il ritmo della campagna vaccinale – conclude Cartabellotta – è indispensabile massimizzarne i benefici e minimizzarne i rischi, evitando al contempo di compromettere definitivamente la fiducia per i vaccini a vettore virale (AstraZeneca e Johnson&Johnson). Di conseguenza, in questa fase di bassa circolazione virale i vaccini a mRNA dovrebbero essere riservati alle fasce più giovani della popolazione, destinando agli over 50 quelli a vettore adenovirale che mantengono un ottimo profilo rischio-beneficio anche con bassa incidenza dei casi. Da valutare la possibilità di controindicarne l’uso nelle persone più giovani, in particolare negli under 30. Indispensabile, in ogni caso, migliorare l’informazione sul profilo rischi/benefici con un consenso informato più dettagliato per gli under 50 che volessero comunque immunizzarsi con vaccino a vettore virale, i cui eventi avversi restano comunque molto rari".

Il rapporto completo di Fondazione Gimbe è consultabile a questo link.