Fincantieri-Chantiers de l'Atlantique, il matrimonio è a rischio

di Marco Innocenti

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Da Trieste: "Fornito tutta la documentazione alla Ue. Ora è scelta politica più che industriale"

Fincantieri-Chantiers de l'Atlantique, il matrimonio è a rischio

La possibilità che si arrivi ad un ulteriore rinvio per la cessione del controllo degli Chantiers de l’Atlantique dallo stato francese a Fincantieri diventa, giorno dopo giorno, sempre più concreta. La scadenza del 31 dicembre prevista dall'accordo fra Italia e Francia si avvicina inesorabilmente ma, da Bruxelles, non è ancora arrivato il via libera all'operazione con la quale Parigi, che ad oggi controlla l'84,3% dei cantieri di Saint-Nazaire, dovrebbe cedere il 51% al gruppo guidato dall'ad Giuseppe Bono. Al contempo però diventa sempre più concreta anche la possibilità che il matrimonio, dopo quasi 4 anni di tira e molla, possa naufragare definitivamente.

L'accordo iniziale risale ormai al settembre del 2017. A quello fece seguito un altro accordo, più specifico, risalente al febbraio 2018 ma da allora "sono passati quasi tre anni e il mondo è cambiato - fanno notare da Fincantieri - La pandemia si è abbattuta su tutti i settori, compresi quelli del turismo e della cantieristica". Manca ancora però il disco verde della Commissione europea, chiamata a valutare se l'operazione possa creare una posizione dominante sul mercato. Da Trieste, Fincantieri fa sapere che "tutto quello che dovevamo e potevamo fare, l'abbiamo fatto e abbiamo fornito tutta la documentazione richiesta. Ora un'eventuale decisione non è più in mano all'industria ma alla politica". Da parte sua, però, Bruxelles dice che le parti "non hanno fonrito le informazioni richieste" per procedere con l'autorizzazione.

Una vicenda ingarbugliata, insomma, che difficilmente si potrà sbloccare entro il termine del 31 dicembre e che, con ogni probabilità, dovrà vedere un nuovo rinvio da parte del governo francese. E sarebbe la quinta volta. Negli ultimi tempi, però, la strada verso il buon esito finale si è tremendamente complicata per le posizioni sempre più critiche di sindacati e amministrazioni locali.