Ex Ilva Genova, il ministro Orlando in prefettura. Toti: "Mai portare avanti ragioni con violenza"

di Alessandro Bacci

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Da oggi è scattata per gli oltre 900 lavoratori dello stabilimento di Genova Cornigliano la cassa integrazione. Rixi: "L'azienda sta sbagliando"

Ex Ilva Genova, il ministro Orlando in prefettura. Toti: "Mai portare avanti ragioni con violenza"

Il ministro del lavoro, Andrea Orlando, è arrivato in prefettura a Genova per incontrare i sindacati e le istituzioni sulla vertenza ex Ilva. Da oggi è scattata per gli oltre 900 lavoratori dello stabilimento di Genova Cornigliano la cassa integrazione ordinaria disposta dall'azienda "in assenza - dicono i sindacati - di crisi di mercato".

Al tavolo non partecipa la Fiom che si è detta "indisponibile a partecipare a passerelle elettorali" ed ha sottolineato che "la presenza del ministro è tardiva". Il ministro è arrivato con circa un'ora di ritardo sull'orario dell'appuntamento, previsto per le 9 a causa del traffico rallentato dai cantieri sulla A12. Stamani i lavoratori si sono riuniti in assemblea davanti ai cancelli della fabbrica per decidere ulteriori modalità di protesta.

“Il sito ex Ilva di Genova deve essere rilanciato, siamo contro la cassa integrazione: una richiesta incomprensibile dal momento che la richiesta di acciaio sul mercato è enorme. Mi auguro che nessuno voglia strumentalizzare i lavoratori per secondi fini. L’8 luglio sarà importante l’incontro al Mise. Bisogna che l’azienda torni a fare politica industriale. È evidente che l’Italia non può fare a meno dell’acciaio. Il governo dal canto suo deve far pesare il ruolo di Invitalia. Il sito di Genova è strategico per l’intero Paese.” Lo dice il deputato della Lega Edoardo Rixi, componente della Commissione trasporti e responsabile nazionale Infrastrutture, a margine dell’incontro col ministro Orlando presso la prefettura di Genova.

"Il governo non aveva grande scelta, l'azienda poteva agire diversamente - dice il governatore della LIguria Giovanni Toti - Le proteste di venerdì, però sono state sbagliate: mai portare avanti ragioni con violenza o fare minaccioso".