Genova, Certosa chiusa per Covid: poi sali sul bus strapieno...

di Michele Varì

Viaggio nelle zone rosse, fra pensionati che scansano gli assembramenti e circoli e sale scommesse chiuse. Ma nei vicoli blindati troppe mascherine giù

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In via Jori, Certosa, la zona del ponte, tanto per cambiare zona rossa, il bus Amt numero “7” lo aspetti undici minuti e quando arriva fatalmente è una bolgia. Tutti stretti, vicini vicini come sardine. Il distanziamento è impossibile. Unica barriera anti covid le mascherine, sempre che non hai la sfortuna di trovarti davanti un passeggero senza o a cui piace portarla sotto il naso.

Ecco la vera emergenza a cui non sembra si riesca a trovare rimedio. Hai voglia di chiudere circoli privati e sale scommesse bollando le zone rosse o birulò se poi quando vanno a scuola o a lavorare i cittadini sono costretti ad affollarsi in pochi metri quadrati. Eppure che covid sarebbe tornato a settembre con l'inizio delle scuole la sapevamo tutti, anche se per motivi misteriosi sembra che i contagi siano schizzati alle stelle solo dopo le ultime elezioni. Nonostante i dati degli ospedalizzati crescevano dall'inizio di settembre, prima tutto ok e nessun allarmismo e pure il Salone Nautico aperto con l'allerta.

Eppure a Certosa i pensionati che tentano di evitare gli assembramenti davanti al loro bar sono diligenti. “Non credo che a Certosa siamo i più appestati” si chiedono polemici.

Il titolare del circolo Arci di Certosa si adegua ma non è contento. “Se avessimo avuto il tempoavremmo salvato tanti prodotti deperibili che ora rischiamo di buttare"

La titolare della sala scommesse di via Jori è perplessa. “Dopo il lungo lock down un altro mese di chiusura, non ci voleva. Eppoi che serve chiudere soloi locali delle zone rosse? Chi vuole giocare va a Bolzaneto”.

Questo mentre gli agenti della polizia municipale a Rivarolo non si vedono, ma invece blindano insieme alla polizia di stato e pure l'esercito il centro storico, altra zona rossa, dove il covid sembra di casa anche perchè pure i titolari delle gastronomie etniche, pur avvisati, ammoniti da giorni, faticano a mantenere la mascherina sopra il naso. Il rischio per chi viene pizzicato in fallo è la chiusura per cinque giorni.

In questa Genova a chiazze rosse, le zone, si respira libertà solo al Porto Antico, tornato a essere porto Franco: ma forse per la paura, oggi, 15 ottobre, giorno dell'avvento del piccolo lock down genovese, anche il Fronte del mare è quasi deserto e di assembramenti non se ne vedono. Paura o solo piscosi, non si sa: certo lo schieramento di auto della polizia locale a Caricamento, attorno a palazzo San Giorgio, regalano al centro storico una cartolina per niente rassicurante, come in guerra: contro il covid.