Coronavirus, l’Italia ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria

di Redazione

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È la prima volta che accade nel nostro paese

Coronavirus, l’Italia ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria

E' la prima volta che l'Italia decreta lo stato d'emergenza in conseguenza di un rischio sanitario legato alla diffusione di un virus. Nel 2003, in seguito all'epidemia di Sars il governo italiano nominò l'allora capo della Protezione civile Guido Bertolaso Commissario straordinario per l'emergenza. In quel caso l'ordinanza prevedeva l'assunzione di medici e infermieri e l'adeguamento delle dotazioni e potenziamento delle strutture degli ospedali Spallanzani di Roma e del Sacco di Milano, nonchè la realizzazione di nuove strutture dedicate alle malattie infettive. All'epoca si decise per una deroga del Trattato di Schengen sulla libera circolazioni dei cittadini per attivare controlli sui passeggeri provenienti da aree a rischio.

Lo stato d'emergenza è uno strumento che consente di velocizzare l'organizzazione degli strumenti per affrontare gli eventuali casi di diffusione del coronavirus, spiegano dal Ministero della Salute. I contenuti della delibera saranno stilati sia dalla Protezione civile che dal Ministero. La somma messa a disposizione dal Consiglio dei ministri consente anche di affrontare possibili spese: dal reclutamento di un numero maggiore di medici, all'affitto di un edificio per la sorveglianza sanitaria, ai mezzi per il trasporto di casi sospetti di virus polmonare. Intanto, spiegano da Lungotevere Ripa, gli albergatori devono continuare a comportarsi come hanno fatto finora: accogliere e segnalare al 118 solo se vi è necessità.

La coppia di cinesi ricoverata all'ospedale Spallanzani dopo essere arrivata a Milano avrebbe fatto, prima di venire a Roma, solo la tappa intermedia di Parma. Da lì, secondo quanto si è appreso, avrebbe affittato un auto e sarebbe arrivata autonomamente a Roma. Dunque non avrebbe raggiunto la Capitale con mezzi di trasporto collettivi. Lo si apprende da fonti informate. I due avrebbero dunque raggiunto Roma prima della comitiva di turisti cinesi, il cui bus ieri è stato recuperato a Cassino e scortato fino allo Spallanzani. La comitiva cinese, di cui faceva parte la coppia ricoverata allo Spallanzani, è arrivata a Milano e avrebbe fatto tappa oltre che a Parma, anche a Verona. Poi dopo Roma ieri sono andati sulla costiera Amalfitana e avrebbero dovuto soggiornare a Cassino. Ma sono stati prelevati al casello e portati nella capitale. Nell'ambito della sorveglianza sanitaria scattata ieri sera dopo il caso accertato di Coronavirus dei due turisti cinesi sono in corso verifiche per risalire a chi ha avuto contatti diretti con la coppia. Nell'ambito degli accertamenti anche chi si trovava sul volo atterrato a Malpensa il 23 su cui viaggiava la coppia e l'altra comitiva di turisti cinesi.

L'allarme suscitato dalle notizie sulla diffusione del coronavirus "sta mettendo in grande difficoltà la ristorazione cinese in Italia. Nei circa 5.000 ristoranti cinesi si registra una perdita di fatturato del 70% che tradotta in valori assoluti significa meno 2 milioni di euro al giorno". E' la stima diffusa da Fipe-Confcommercio. "Se a questo aggiungiamo i 500 mila euro che i turisti cinesi in Italia spendono ogni giorno per mangiare, la perdita complessiva della ristorazione - prosegue l'associazione in una nota - è di 2,5 milioni di euro".