Coronavirus: a Genova le prime maestre a domicilio

di Cristina Capacci

L'iniziativa per far fronte all'emergenza

Video momentaneamente non disponibile.

L’attuale situazione di emergenza e la relativa chiusura delle scuole e dei servizi educativi per l’infanzia ha generato gravi difficoltà ed importanti oneri (anche economici) per moltissime famiglie, oltre ad aver creato una brusca frattura nelle attività educative e didattiche che ha certamente creato sconcerto in tutti i bambini.

Tutti riconosciamo la necessità di attenerci alle norme prescritte; tuttavia, è indispensabile trovare proposte e servizi che possano realmente supportare le famiglie in questo momento.

Per questo motivo la ccoperativa Lanza del Vasto ha ideato ed organizzato un servizio domiciliare rivolto alle famiglie dei bimbi iscritti alle proprie scuole e nidi d’infanzia.

A partire da oggi lunedì 9 marzo, le educatrici e le maestre di Lanza del Vasto (per cause di forza maggiore non impegnate nella consueta attività didattica) si recheranno a casa dei bimbi i cui genitori abbiano richiesto questo intervento in quanto privi di supporti parentali (nonni, zii etc); il servizio si svolgerà quindi a domicilio, come ha spiegato ai nostri microfoni Paola Fedele, responsabile comunicazione della cooperativa.

"La rapidità e la numerosità delle risposte pervenute non appena la proposta è stata lanciata è un indicatore del bisogno delle famiglie e dell’utilità del servizio; nel giro di un pomeriggio infatti sono stati organizzati interventi in favore di 16 famiglie, a cui sicuramente se ne aggiungeranno altre el corso della settimana"

L’iniziativa si aggiunge alle altre già realizzate dalle educatrici di Lanza del Vasto: l’invio di video rivolti ai bambini.

"L’equipe di lavoro ha infatti ritenuto importante assicurare la continuità relazionale attraverso strumenti che potessero indicare che - pur a fronte di oggettivi impedimenti a mantenere le attività consuete - l’interesse e la cura verso i bimbi da parte delle educatrici non è venuto meno", ha concluso Paola Fedele.