Coronavirus, 11 medici liguri in rianimazione

di Redazione

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Bonsignore, Ordine medici: 50% operano sul territorio, 50% in ospedale

Coronavirus, 11 medici liguri in rianimazione

Sono 11 i medici ammalati di covid 19 in rianimazione in Liguria. A fornire il dato è il presidente dell'ordine dei medici in regione, Alessandro Bonsignore. "Il dato dell'ultima volta che ho chiesto un aggiornamento ai singoli direttori generali la scorsa settimana era di 11 colleghi in rianimazione", spiega all'ANSA. Quanto al tipo di medici contagiati attualmente gravi, "grosso modo la percentuale è sempre di un 50% tra medici del territorio e dell'ospedale", precisa. Bonsignore spiega di non avere una fotografia precisa invece di quanti siano i medici che si sono ammalati di coronavirus in regione. "Le singole direzioni generali pur molto collaboranti - spiega - hanno difficoltà a saperlo perché c'è molto personale che è a casa. Alcuni sono in ferie forzate perché magari di reparti chiusi o che lavorano a ritmi ridotti. Altri che sono a casa per malattia. Il dato reale sulla percentuale di colleghi che sono a casa è difficile averlo". 

Ci sono cifre e interpretazioni discordanti sugli operatori sanitari in Liguria positivi al coronavirus. Per l'agenzia regionale ligure per la sanità Alisa i test molecolari al Sars Covid 19 (tamponi) realizzati fino al 15 aprile indicano una positività di poco inferiore al 3% tra il personale totale. L'invito però è a non leggere il dato percentuale solo sulle persone testate, dato che l'esame è stato fatto a soggetti già con sintomi o altamente esposti. Per il presidente dell'ordine dei medici della Liguria Alessandro Bonsignore le cifre sono invece altre e riferisce che venerdì 24 aprile erano positivi il 20,4% dei testati, ma non considera al contrario il dato sul totale degli operatori ma solo quello sui testati ritenendolo significativo. "Rispetto all'idea che siano stati testati solo i sintomatici - spiega Bonsignore all'ANSA -, è stato così fino ai primi 20 giorni di marzo. In quella prima fase la percentuale di soggetti era intorno al 35%, essendo una popolazione selezionatissima e già da un punto di vista clinico si ipotizzava fossero positivi.

Ma dopo il 20 marzo si è iniziato a fare uno screening con tamponi a tutto il personale, con una grande maggioranza di asintomatici. Il dato globalmente considerando gli esami sia fino al 20 marzo e sia successivamente è del 20,4% di positività a venerdì scorso dei soggetti sottoposti a tampone. Togliendo i primi giorni di marzo e considerando solo coloro che sono stati sottoposti al tampone dopo il 20 marzo le percentuali scendono attorno al 13% di positivi tra i testati". Divergente anche l'analisi dello screening con test sierologico (esami del sangue). Alisa fornisce un'indicazione al 23 aprile di 11mila esami fatti con un 4% di positivi teoricamente immune. Essendo i test stati fatti con modalità random Alisa ritiene il dato altamente rappresentativo con un errore statistico dello 0,5%. "A noi risulta il 6% positivo della popolazione sottoposta a screening con l'esame sierologico - dice Bonsigonore -. Ma qui va considerato il dato molto alto dei falsi negativi sul sierologico. Se sui tamponi i falsi negativi sono nell'ordine del 20%, sul sierologico si dice siano fino al 50%".