Campomorone, tutta la magia del Museo delle Marionette

di Giulia Cassini

La collezione Cenderelli svela l’estro e l’impegno pedagogico del teatro in quegli anni e un tassello importante della storia genovese

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Conservare, valorizzare e divulgare: sono queste le tre direttrici adoperate per l’esposizione del Museo delle Marionette a Campomorone, dove la scientificità delle sale riesce anche a dispiegare le ali della fantasia. Il polo ospitato a Palazzo Balbi, che racchiude la collezione di Angelo Cenderelli, è uno dei pochissimi esempi di “Teatro domestico” usato nell’Ottocento dalle famiglie aristocratiche e nei primi anni del Novecento dai borghesi. Il museo racchiude di fatto oltre 70 marionette, 265 pezzi di materiale costumistico, mobili, mobiletti, attrezzerie, 100 copioni, decine di scenografie dei primi del Novecento (informazioni al numero 0107224314).

La collezione del genovese Angelo Cenderelli è, ancor oggi, importante per la qualità dei pezzi ma anche per la quantità e la completezza. E’ stata negli anni oggetto di restauro e di diversi allestimenti e riassume sia l’abilità del saper fare artigiano sia l’armoniosità e la teatralità che questi manufatti rivelano già ad un primo sguardo. Per la biografia di Angelo Cenderelli il catalogo Skira “Il teatro ritrovato” abbinato all’esposizione permanente fa riferimento essenzialmente al testo “Marionette a Genova”, edito a cura dell’Ente Decentramento Culturale di Genova e del Comune di Campomorone per la prima mostra nel 1980 sul materiale della collezione cui seguiva, nel 1996, l’apertura del Museo delle Marionette. 

Cenderelli (1892-1959), tecnico del Comune di Genova e poi dirigente dei lavori pubblici nonché ispettore ai lavori di edilizia pubblica, realizzò molti progetti tra cui il monumento ai Caduti di piazza della Vittoria, il liceo ginnasio Andrea D’Oria, il palazzo dell’Intendenza di Finanza e l’ampliamento della Porta urbana di piazza Manin.  Nel 1937, anno in cui riceveva il titolo di Cavaliere del Regno, dava inizio al Teatro di Marionette coinvolgendo tutta la famiglia. Fu un punto di riferimento per l’intera vita teatrale di Genova, anche in qualità di scenografo con un’attenta ricerca cromatica e stilistica, ad esempio per la Baistroccchi.

“Lo ricordiamo -sottolinea la direttrice del museo Maria Paola Alpa- per l’impegno pedagogico, civile, ma anche per una forma di teatro adatta a tutti, non certo per soli bambini. Il riallestimento che vedete è del 2013 grazie alla Compagnia Carlo Colla e ci permette di esporre questa collezione tutta ligure con i copioni in genovese robusto e aulico, i fondali, cioè le scenografie cartacee spesso realizzate a tempera con la sovrapposizione di più strati,  i copioni per la maggioranza bifolii come “Il Mago Orano e a Principessa Ilia” di Zeffiro Cenderelli o “L’acqua di tre fonti o Il Principe Dialma” di Angelo Cenderelli stesso e le amatissime marionette, 50 figure e 20 animali come l’amatissimo leone o l’orso polare”. 

Tra le figure iconiche su cui soffermarsi quelle dei viaggi in Oriente, la rivisitazione di Jules Verne e il famosissimo Baciccia, il servo della commedia dell’arte con la lingua sagace, ma anche con una buona dose di bontà che lo rende simpatico a grandi e piccini.