Becce: "Armatori nei terminal solo con regole certe"

di Redazione

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Il presidente di Assiterminal: "Non possono chiedere una riduzione degli obblighi"

Becce: "Armatori nei terminal solo con regole certe"

"Il problema non è che gli armatori scendono nei porti a fare i terminalisti, il tema è come. Devono rispettare le stesse regole chieste agli altri terminalisti". Luca Becce, presidente di Assiterminal, l'associazione dei terminalisti italiani, parla al forum "Logistica c'è spazio per tutti" organizzato da The Meditelegraph alla tavola rotonda dal titolo "Dal mare ai piazzali i nuovi padroni della catena logistica" che sottintende appunto il nuovo ruolo degli armatori che estendono il loro controllo anche a terra, dalla gestione in concessione di terminal portuali alla logistica terrestre.

"Un terminalista deve partecipare a gare fatte di regole che riguardano il piano di impresa, lo sviluppo dei traffici, il radicamento all'interno di quel porto, ma quello che noi sentiamo dagli armatori è diverso - dice Becce -. Il direttore di Assarmatori ha detto che dato che gli armatori italiani devono competere con carrier cinesi aiutati dallo stato senza regole, anche loro vogliono una riduzione delle regole. Ma così non va, se scendono a terra devono farlo con le regole con cui competono gli altri terminalisti del sistema". Per Ignazio Messina, di Assarmatori, il tema che deve preoccupare è piuttosto un altro. "Il rischio più grosso - dice - è quando non si parla di gestione ma di proprietà delle infrastrutture. Tanti cinesi nei Paesi africani hanno realizzato le infrastrutture con contratti per cui se questi Paesi non restituiscono l'investimento, diventano i proprietari dell'infrastruttura, non i gestori, che è diverso. Invece sulle concessioni, che siano portuali o autostradali, ci sono le regole e ci sono un proprietario che può farle rispettare e un gestore. Non vedo imbarazzo a dire no a chi non lo fa".