Bassetti si sfoga: "Dicono che sto più in tv che in corsia, passo in ospedale più ore dell’orologio"

di Alessandro Bacci

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"Oggi politici e giornalisti parlano di varianti e di vaccini, come si può parlare di calcio al bar. La scienza e la medicina sono cose serie"

Bassetti si sfoga: "Dicono che sto più in tv che in corsia, passo in ospedale più ore dell’orologio"

Matteo Bassetti, il direttore della Clinica di malattie Infettive dell'ospedale San Martino di Genova, si sfoga sui social. L'infettivologo è sempre più preso di mira dagli haters non solo per la sua posizione a favore dei vaccini ma anche per la sua costante presenza in televisione: "Alcuni, evidentemente in assenza di altri argomenti, dicono che io starei più’ in televisione che in corsia. Ebbene, anche oggi, come ogni giorno sono qui con il mio team a lavorare in quella “corsia”, che è la mia vita e che rende possibile e interessante quello che poi racconto sui mezzi di comunicazione. Passo qui più ore dell’orologio (basterebbe guardare il mio cartellino che timbro diligentemente ogni mattina e ogni sera!!) Gli invidiosi e i detrattori senza idee (di cui purtroppo l’Italia ribolle) se ne facciano una ragione: riesco a fare entrambe le cose, che peraltro rientrano entrambe nei miei compiti istituzionali di Professore universitario."

Il professore poi rincara la dose: "Se a qualcuno piace quello che faccio e vuole prendere il mio posto e’ molto semplice. Ecco la ricetta per fare il Prof. Bassetti: studino medicina per 6 anni (se sono bravi altrimenti 7 o 8), si specializzino in malattie infettive per 4 anni, facciano un dottorato di ricerca per 4 anni, vadano a fare una post-doc a Yale per quasi due anni, diventino dirigente medico per 10 anni, poi facciano il primario per 10 anni e infine partecipino e vincano un concorso pubblico da Professore Ordinario. E nel frattempo (mentre si fa il medico tutti i giorni in corsia) pubblichino 700 articoli su riviste indicizzate con oltre 22000 citazioni e un indice H di 75 (a 50 anni). Semplice no? Per poter trattare argomenti scientifici e dare ai pazienti le cure migliori bisogna aver studiato e poi continuare a studiare e poi studiare ancora senza fermarsi mai. Oggi alcuni politici e vari giornalisti parlano di varianti e di vaccini, come si può parlare di calcio o di ciclismo al bar o in trattoria. La scienza e la medicina sono cose serie. Le malattie infettive non si imparano al bar, sui giornali o sui social. C’è bisogno di studiarle nelle sedi opportune: nelle università e negli ospedali. Non fermandosi mai di leggere, ascoltare e apprendere."