Avvicendamento marittimi: l'appello di Assarmatori, Confitarma e Federagenti

di Marco Innocenti

2 min, 14 sec

"Durante l'emergenza Covid non si sono mai fermati e sono allo stremo. SI trovi il modo di garantire un corridoio sicuro per sbarco e imbarco"

Avvicendamento marittimi: l'appello di Assarmatori, Confitarma e Federagenti

Con l'esplosione della pandemia, si è fatto strada con sempre maggior urgenza il problema dell'avvicendamento dei marittimi imbarcati sulle navi di tutto il mondo, a causa delle norme che limitano la libera circolazione delle persone, specialmente se di nazionalità molto variegate, come nel caso degli equipaggi. "Da notizie di stampa si apprende che 13 paesi hanno adottato misure internazionali per consentire gli avvicendamenti degli equipaggi - scrivono in una nota congiunta Assarmatori, Confitarma e Federagenti - riconoscendo i marittimi come key workers perché il trasporto via mare è strategico per la catena logistica mondiale, per l’approvvigionamento energetico e di beni di prima necessità".

"Per tale ragione - proseguono le tre associazioni - i lavoratori marittimi, durante la pandemia, non si sono mai fermati, ma a tutt’oggi a causa delle restrizioni alla libera circolazione delle persone, imposte in quasi tutto il mondo dai singoli Paesi, è ancora impossibile procedere ai necessari avvicendamenti. In Italia, sul problema degli equipaggi ancora bloccati sulle navi a causa dell’emergenza COVID-19, l’industria armatoriale insieme alle organizzazioni sindacali ha più volte richiamato l’attenzione, chiedendo al Governo e ai Ministeri competenti di convocare con la massima urgenza un tavolo di confronto per condividere le problematiche e individuare le soluzioni ma, fino ad oggi, non si è registrato nessun segnale positivo in tal senso. Questa situazione sta diventando assolutamente insostenibile, perché ormai da molti mesi migliaia di marittimi italiani sono in attesa di poter rientrare in Italia e sono allo stremo delle forze psico fisiche, mentre coloro che dovrebbero sostituirli a bordo non possono imbarcarsi e quindi lavorare".

“Da mesi – afferma Mario Mattioli, presidente di Confitarma – stiamo chiedendo un'azione umanitaria rapida e decisa da parte del Governo per garantire ai nostri marittimi corridoi di transito sicuro, per farli arrivare a bordo per lavorare e per farli tornare a casa una volta terminato il normale periodo di imbarco”. “È urgente e prioritario – afferma anche Stefano Messina, presidente di Assarmatori - intervenire per la salvaguardia della vita umana in mare e per la sicurezza della navigazione e delle nostre navi. Non fare niente sarebbe un’ulteriore sottovalutazione dell’importanza strategica del trasporto marittimo e del lavoro di chi lo garantisce”.
“Armatori e marittimi hanno fatto e stanno facendo il loro dovere – afferma Gian Enzo Duci, presidente di Federagenti – attendiamo ora un segnale concreto”. 

"Se non si riuscirà al più presto ad avvicendare i marittimi attualmente a bordo delle navi, molti di loro potrebbero nel futuro non essere più in grado di navigare" l'amara previsione delle tre associazioni.