Autostrade tra incertezze e contraddizioni

di Paolo Lingua

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Autostrade tra incertezze e contraddizioni

Ha ragione Raffaella Paita, deputata renziana, quando afferma che sulla vicenda delle autostrade italiane, una discussione polemica politica che è partita dai drammi avvenuti in Liguria, c’è più incertezza che una linea sicura. Ancora in queste ore il M5s insiste per la revoca delle concessioni al gruppo Atlantia che controlla la concessionaria della Società Autostrade, mentre Matteo Renzi annuncia un possibile voto contrario e i vertici del Pd annaspano, ammettendo che la gestione delle Autostrade è stata certamente lacunosa (poi vedremo le conclusioni della magistratura) ma temono che ci siano reazioni giudiziarie, richieste di danni e il blocco di molti interventi operativi, tra i quali, vale la pena ricordarlo, la realizzazione della Gronda.

Le istituzioni della Liguria – come abbiamo già ricordato – insistono con il governo affinché decolli un piano concreto e operativo di manutenzione e di interventi dove sia necessario e sussistano pericoli di crolli o comunque di danni, scalcando il tema della revoca. Il dibattito non è affatto utile, perché si oscilla tra timori e preoccupazioni da una parte e il desiderio “punitivo” e giustizialista dall’altra (i grillini), con scarsa simpatia per la politica delle grandi opere pubbliche. Inoltre, sempre in queste ore, per i fatti interni che ormai sono noti a tutti (la sostituzione dopo le dimissioni polemiche del ministro dell’istruzione e la rottura di Paragone), c’è dura polemica all’interno del M5s. Stanno emergendo due linee contrapposte: quella d’una posizione dura e intransigente che potrebbe portare anche il movimento all’opposizione e quella di restare al governo a tutti i costi. La seconda linea teme che nel caso di elezioni politiche anticipate i grillini crollino e non abbino più la possibilità di andare al governo. E’ una situazione che in Italia ha già conosciuto all’interno della sinistra tra riformisti e intransigenti. Una storia di rotture e di frazionismo che è peculiare della litigiosità all’italiana.

Ma, per tornare alle questioni (che poi sono anche politiche, in viste delle elezioni regionali a maggio) del nostro territorio, per il momento l’unica opera di grande respiro che procede è la ricostruzione dell’ex ponte Morandi, sia pure con qualche incidente di percorso (prevedibile) come l’incendio della pila dei giorni scorsi. Ormai nessuno ha più dubbi sul completamento dell’opera in tempi rapidi, anche se lo stesso sindaco-commissario Marco Bucci da qualche tempo è più prudente nell’indicare date precise. Va ricordato che comunque, a costruzione conclusa, occorrono verifiche, prove, assestamento dei collegamenti e dei passaggi trattandosi di una autostrada di importanza internazionale e determinante sia per il turismo sia per il traffico merci. Considerati i precedenti e il tragico crollo il funzionamenti definitivo avverrà dopo mille controlli. Difficile appunto stabilire date precise ma non si dovrebbe andare, per il ritorno alla normalità, oltre la fine di giugno. Nello stesso tempo, come ha già annunciato il gruppo Gavio, concessionario autostradale della A6 dovrebbe essere ricostruito il tratto di ponte autostradale distrutto da una frana improvvisa.  Se poi scatteranno tutti gli interventi necessari sulla A26 e sulla A7 (la vecchia Camionale) potremmo puntare su una condizione davvero ottimale del sistema autostradale.

Non va dimenticato che in questi mesi ci sono stati cali di traffico di merci legati ai porti della Liguria e che la situazione non riprenderà sino a che la rete non sarà tornata alla normalità e semmai rinforzata. Ancora una volta, in questo inizio d’anno, assistiamo all’intreccio di problemi tecnici e di fragilità politiche. Il che porta a continui rinvii per non decidere.