Arcelor Mittal, i proclami del governo non convincono i sindacati

di Marco Innocenti

Manganaro (Fiom Cgil): "A Genova non siamo disposti a farci mettere all'angolo. Pronti a ripartire con la lotta"

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Il governo che rigetta il piano industriale presentatogli una settimana fa da Arcelor Mittal ma non lo presenta ai sindacati per motivi di riservatezza. Si sarebbe concluso così l'incontro fra i ministri Patuanelli, Catalfo e Gualtieri, i sindacati nazionali e i commissari di Ilva in as, svoltosi oggi a Roma. I rappresentanti dell'esecutivo hanno bollato come "inaccettabile" il piano presentato dal colosso franco-indiano ma, a quanto pare, non hanno convinto più di tanto i sindacati che restano molto scettici sulle reali possibilità di una soluzione.

"Un incontro inconcludente - tuona Bruno Manganaro, segretario Fiom Cgil Genova - Il governo rigetta il piano di Mittal ma non è stato in grado di dirci nemmeno oggi cosa intende fare se l'azienda non torna indietro. Quello che ci vorrebbe adesso è la rabbia dei lavoratori, l'unica che può farci uscire dalla palude. Il nuovo piano non ce l'hanno voluto presentare perché dicono di essere tenuti alla riservatezza. Hanno utilizzato indiscrezioni giornalistiche ma a questo punto il piano in dettaglio non ci interessa più. Lo respingiamo e respingiamo l'accordo del 4 marzo tra governo e Mittal".

"Per noi resta valido l'accordo firmato a settembre 2018 - aggiunge Manganaro - e vogliamo sapere qual è il piano, con quali soldi e in che tempi. Non possiamo aspettare altri sei mesi: il governo pensa di ottenere soldi dall'Europa per la siderurgia green, è su questo che tenterà di convincere Mittal a restare ma, se così non fosse, non c'è altro tempo da perdere perché negli stabilimenti ex Ilva gli impianti si stanno spegnendo da soli visto che gli investimenti non ci sono e parliamo solo di cig. A Genova non siamo disposti a farci mettere all'angolo e siamo pronti a ripartire con la lotta. Speriamo di non doverlo fare da soli".