Alla ricerca dei marcatori per la diagnosi precoce del tumore al polmone causato dal Radon

di Marco Innocenti

2 min, 47 sec

UniGe e L.N. Gumilyov Eurasian National University insieme per sviluppare metodi di screening che permettano di arrivare a una diagnosi precoce

Alla ricerca dei marcatori per la diagnosi precoce del tumore al polmone causato dal Radon

L'Università di Genova e L.N. Gumilyov Eurasian National University hanno intrapreso congiuntamente il progetto di ricerca "La ricerca di marcatori multi-omici di cambiamenti patologici indotti dal Radon per lo sviluppo di metodi di screening per la determinazione del rischio di trasformazione maligna nei polmoni". I responsabili di questo progetto sono Alberto Izzotti, Professore Ordinario presso il Dipartimento di Medicina Sperimentale - DIMES, insieme al Professore Rakhmetkazhi Bersimbay, Direttore dell'Istituto di Biologia Cellulare e Biotecnologie della L.N. Gumilyov Eurasian National University (Nur-Sultan, Kazakistan). L'Università di Genova e L.N. La Gumilyov Eurasian National University hanno firmato un Memorandum di Cooperazione Accademica nel Dicembre 2018. Durante la collaborazione, il Prof. Izzotti ha più volte condotto il Corso Estivo del Dipartimento di Biologia Generale e Genomica nell'Università L.N. Gumilyov. A loro volta, i dottorandi di della L.N. Gumilyov hanno svolto stage scientifici presso i laboratori di Genomica Ambientale del Dipartimento di Scienze della Salute (DiSSal) dell'Università di Genova.

Un metodo di prevenzione innovativo
Il progetto mira alla ricerca di marcatori specifici per l'esposizione umana al Radon, e all'ulteriore sviluppo di metodi di screening per la diagnosi pre-sintomatica del cancro del polmone, individuandone quindi un metodo di prevenzione innovativo per questo inquinante ambientale. Il tumore al polmone è una malattia multifattoriale causata dall'effetto combinato di fattori ambientali e genetici, ed è una delle forme più comuni di cancro in Italia. L'Organizzazione Mondiale della Sanità lo segnala come una delle principali cause di morte al mondo. Nonostante il rischio maggiore sia rappresentato dall'abitudine al fumo, il tumore al polmone si presenta anche in soggetti non fumatori. Studi epidemiologici segnalano che circa il 3-14% dei casi siano attribuibili all'esposizione cronica al Radon, ciò si traduce in una stima di 3.000 dei 30.000 casi annuali solo in Italia. Gli isotopi del radon entrano nell'organismo attraverso i polmoni, dove si verifica un ulteriore decadimento, il risultato è un danno ossidativo al DNA, alle proteine e ai lipidi.

Il Radon è un gas inerte, naturalmente radioattivo, prodotto del decadimento dell'Uranio (U238). Rappresenta la metà del fondo radioattivo naturale medio annuo della terra. Può essere trovato nel suolo, nell'acqua e nell'aria in diverse concentrazioni. La principale fonte di questo gas risulta essere il suolo, dal quale fuoriesce e si disperde nell'ambiente, accumulandosi specialmente in locali chiusi come case, scuole e luoghi di lavoro, dove diventa particolarmente pericoloso. Un aumento della concentrazione di Radon nell'aria si osserva nelle regioni ricche di depositi di Uranio. Più di due terzi della produzione mondiale di Uranio si trova nel Kazakistan, in Canada e nell'Australia. In Italia esiste una normativa per gli ambienti di lavoro, che fissa un livello di riferimento di 500 Bq/m³. Per le scuole non vi sono indicazioni quindi vengono assimilate ad un ambiente di lavoro. Non esiste invece una normativa per i livelli nelle abitazioni private, ma si considerano locali particolarmente a rischio quelli nei sottofondi e al pianterreno.

Con la diagnosi precoce più possibilità di sopravvivenza
Un tumore polmonare si sviluppa rapidamente, e nella maggior parte dei casi porta a metastasi. La diagnosi tempestiva di cancro al polmone è complicata. Se diagnosticato correttamente, la percentuale di sopravvivenza dei pazienti aumenta. Pertanto, la ricerca di marcatori molecolari oncologici per la diagnosi precoce del cancro del polmone indotto da Radon è un'importante sfida per i ricercatori.