Al via in Liguria le "residenze aperte" per aiutare gli anziani non autosufficienti

di Eva Perasso

2 min, 24 sec

Il paziente potrà restare a casa. Prime sperimentazioni nelle valli di Antola e Tigullio

Al via in Liguria le "residenze aperte" per aiutare gli anziani non autosufficienti

Approvate in Liguria le residenze aperte: il progetto prevede che l'anziano bisognoso di cure possa rimanere a casa durante la notte, integrando intorno a lui servizi residenziali diurni, servizi domiciliari e interventi di altro tipo. La Giunta regionale ha infatti dato il via libera alle linee guida per l’attuazione in Liguria del modello delle ‘residenze aperte’ per l’erogazione di servizi di cura e assistenziali a domicilio e ambulatoriali a persone disabili o non autosufficienti, con l’avvio della prima sperimentazione nelle valli Antola e Tigullio.

“Il modello di “residenza aperta” è prevista nel Piano sociosanitario “per favorire la permanenza degli anziani nelle proprie case - spiega la vicepresidente e assessore alla Sanità Sonia Viale - grazie a interventi mirati di sostegno a domicilio. Al centro c’è la persona e i suoi bisogni di salute: la residenza aperta va nella direzione di una sanità sempre più a chilometro zero. In questo modo si garantisce sia una migliore qualità della vita a chi usufruisce del servizio e, dall’altro, si riducono gli accessi al Pronto Soccorso e i ricoveri impropri”.

"L'RSA aperta è un'innovazione fondamentale per migliorare l'assistenza sociosanitaria alle persone anziane che desiderano vivere in maniera solidale e aperta il loro futuro", commenta Luca Pallavicini, presidente Confcommercio Ascom Salute. "Le RSA aperte potranno dare ai cittadini una serie di servizi innovativi che miglioreranno la qualità della vita e daranno dignità all'intervento assistenziale a loro dedicato. Regione Liguria aveva promesso innovazione della filiera assistenziale e la sta portando avanti in un settore particolarmente delicato", conclude Pallavicini.

Le linee guida approvate dalla Giunta prevedono che le strutture residenziali per anziani accreditate (Rsa e residenze protette) possano sviluppare un’integrazione tra servizi residenziali, servizi domiciliari e altri servizi innovativi per consentire alle persone di rimanere nella propria casa, garantire interventi e prestazioni sanitarie e sociosanitarie, specialistiche, infermieristiche, riabilitative, assistenziali, tutelari, nonché di educazione sanitaria e terapeutica. Oltre all’ospitalità residenziale, i servizi e le prestazioni che la Residenza Aperta può offrire con il proprio personale sono: cure domiciliari, accoglienza diurna, accoglienza residenziale in continuità con il medico di medicina generale e la rete sanitaria dei servizi per la gestione degli aggravamenti dei pazienti con diverse patologie anche croniche, accoglienza residenziale per la stabilizzazione del paziente con disturbo cognitivo. Altre prestazioni offerta dalla residenza aperta possono essere: consulenze geriatriche, attività motorie riattivanti, informazione, formazione, addestramento ai caregiver, segretariato sociale, pulizia dell’alloggio e consegna dei pasti a domicilio.

La delibera prevede che nell’ambito della sperimentazione vengano adottate le tariffe per le prestazioni e i servizi resi per conto del sistema sanitario regionale. Ad Alisa vengono affidate funzioni di indirizzo, coordinamento e verifica delle Asl oltre che di vigilanza delle attività e prestazioni rese dagli enti gestori delle strutture pubbliche e private accreditate.

La sperimentazione nelle valli Antola e Tigullio, di durata triennale, è finanziata con risorse del Mef per 462mila euro nell’ambito della “Strategia Nazionale Aree Interne”.