Sampdoria, non era tutta colpa di Pirlo: le origini della svolta

di Maurizio Michieli

2 min, 38 sec

Dalla crescita dei singoli al ritocco del sistema di gioco: adesso sognare si può

Sampdoria, non era tutta colpa di Pirlo: le origini della svolta

Ci fa particolarmente piacere che la Sampdoria sia riuscita a invertire la tendenza del suo campionato mantenendo Andrea Pirlo in panchina. Anche quando le cose giravano storte, anzi stortissime con quattro sconfitte casalinghe di fila, avevamo sempre sostenuto la tesi che le colpe, o meglio le responsabilità, della crisi iniziale, non fossero tutte dell'allenatore. Il che non significava assolverlo da ogni cosa: il pretendere tutto e subito (bel gioco e risultati) è stato un errore da parte del tecnico, che si era affidato a una formazione troppo sbilanciata in avanti (con tre attaccanti più il trequartista Verre). Pirlo ha avuto il merito di fare un bagno di umiltà, stemperando anche la costruzione dal basso, senza rinnegare la sua volontà di mandare in campo una Sampdoria propositiva. Dalla sua ha sempre avuto un gruppo coeso, creato attorno a lui, un elemento che si percepiva al di là di ogni irragionevole buonismo a tutti i costi. Ecco perché non sussistevano le ragioni di un esonero.

Adesso la Samp viaggia al ritmo di tre vittorie di fila, quattro nelle ultime cinque, 13 punti raccolti nelle ultime sei partite. Non è ovviamente il caso di fare voli pindarici, come dice bene l'allenatore soltanto nella notte del 26 dicembre, dopo avere affrontato Brescia, Lecco, Reggiana, Feralpi e Bari, si potrà effettuare un bilancio attendibile. La squadra, inoltre, non ha un bomber, continua a faticare moltissimo a trovare la via della rete malgrado le numerose occasioni create e difetta di ricambi, specie in difesa. Tuttavia è giusto godersi il momento e sottolineare come la razionalizzazione del modulo e la crescita dei singoli siano andati di pari passo, insieme con le convinzioni (alimentate pure dal mental coach Roberto Re).

La famosa spina dorsale - Stankovic, Facundo, Yepes, Esposito - che all'inizio "mancava" adesso c'è ed è costituita da giovani che sulla carta possono soltanto crescere e migliorare. Purtroppo peserà da qui a Santo Stefano l'assenza di  Fabio Borini, uno che sbaglia gol all'apparenza facili, è vero, ma si fa un mazzo enorme e ci sta di arrivare meno lucido sotto porta.

Se la Sampdoria riuscirà a capitalizzare al meglio il calendario che l'attende nei prossimi cinque incontri, sulla carta abbordabili con questa mentalità finalmente da serie B, allora si potrà davvero alzare l'asticella delle ambizioni. Per arrivare dove? Molto dipenderà dal mercato, condizionato dai paletti ma, come ha detto Matteo Manfredi al Dla Pier Forum, attento alle opportunità e magari corroborato, come si sente nell'ambiente, dall'amichevole collaborazione di Beppe Marotta, il più grande dirigente italiano e con i colori blucerchiati dentro.

A proposito di studio Dla, è notizia di oggi (riportata da Il Secolo XIX) che la proprietà della Sampdoria, proprio attraverso i suoi super consulenti, ha fatto causa a Massimo Ferrero per, riassumo grossolanamente, turbativa di mercato generata dal ricorso d'urgenza all'operazione di acquisizione del club (ricorso poi rigettato dal Tribunale). Cinque milioni di risarcimento, più 800 mila euro bloccati. Un bel colpo. Se si viene attaccati, è giusto difendersi con le armi della legalità. Una parola - legalità - alla quale vogliamo riabituarci.